Lavoro

Coronavirus, l’edilizia genovese è uscita dalla crisi grazie ai cantieri sulle autostrade

A Genova restano 4mila disoccupati da ricollocare, Tafaria (Filca Cisl): "Puntiamo su lotta al dissesto e ristrutturazioni. Sarà l'anno della ripartenza"

cantieri autostrade

Genova. L’altra faccia dei disagi per i cantieri autostradali, che causano pesanti danni ai trasporti e alla logistica, è quella del lavoro edile che finalmente mostra concreti segnali di ripresa. La prova è nei dati ufficiali del 2020 della Cassa edile di Genova, l’unica a mostrare il segno positivo in Liguria rispetto al 2019 con +1,65% di massa salari (quasi 2 milioni di euro), un aumento dell’1,64% delle ore lavorate e una crescita della media dei lavoratori che passano da 7.149 a 7.874 (+7,12%). Le altre province, invece, hanno numeri in calo che risentono in maniera sensibile della crisi Covid.

Ma a cosa è dovuta l’anomala situazione del capoluogo? Per i sindacati non ci sono dubbi: “L’aumento di lavoratori e di massa salari è stato generato soprattutto dalle imprese impegnate sulle autostrade che hanno impiegato circa 1.500 edili tra liguri e trasfertisti – spiega Andrea Tafaria, segretario della Filca Cisl Liguria -. Importanti sono stati gli accordi prefettizi che hanno permesso di applicare il contratto di settore. Prima le aziende applicavano contratti diversi, dal metalmeccanico ai trasporti, ed è per questo che i contributi versati alla Cassa sono aumentati. Se i cantieri continueranno per i prossimi cinque anni, siamo tranquilli perché il lavoro c’è”.

Rispetto al 2008, comunque, la situazione genovese è peggiorata: all’epoca erano circa 12mila gli addetti che versavano alla Cassa edile, ora sono 8mila. All’appello, per tornare ai livelli pre-crisi, mancano perciò 4mila persone e la sfida sarà riuscire a ricollocarli puntando soprattutto sullo sblocco delle opere pubbliche che comprendono progetti mastodontici come la Gronda e la nuova diga foranea del porto (per queste due vengono stimati circa 30mila posti di lavoro complessivi) ma non solo.

“Noi puntiamo molto sulla lotta al dissesto idrogeologico – ricorda Tafaria -. Da qui a fine anno dovrebbero partire opere per 100 milioni. Lo scolmatore del Bisagno è già partito ma impiega solo una trentina di lavoratori, ci sono ancora problemi logistici ma nei prossimi mesi entreranno un centinaio di persone. Lì, grazie all’impegno dell’assessore Giampedrone, abbiamo messo nero su bianco che il 30% delle assunzioni dovranno riguardare edili liguri, e per ora il consorzio sta rispettando le regole”.

Accordi che andranno firmati anche per i grandi interventi finanziati col recovery fund per evitare il fenomeno del dumping contrattuale con cui le aziende che arrivano da fuori regione applicano contratti diversi a condizioni meno vantaggiose per le maestranze.

Sul piatto a Genova ci sono anche il piano Caruggi per la riqualificazione del centro storico, con cui si conta di impiegare manodopera specializzata, e tutti i lavori di ristrutturazione ed efficientamento energetico che i privati faranno partire grazie al superbonus 110%. La scuola edile si sta già attrezzando per offrire ai disoccupati formazione mirata agli interventi green che nei prossimi anni andranno per la maggiore.

Pensiamo che questo sia l’anno della ripartenza – conclude Tafaria della Filca Cisl -. Nel 2021 ci saranno possibilità per molti lavoratori. Siamo fiduciosi”.

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