Decisione

Class action contro il caos dell’A26, processo spostato a Roma: “Competenza dove ha sede l’azienda”

Doccia fredda per i cittadini della Valle Stura, che vedono allontanarsi, almeno fisicamente, il processo

aspi tribunale class action

Genova. Il tribunale di Genova ha deciso per lo spostamento a Roma del procedimento legato alla class action intentata da un centinaio di residenti della Valle Stura a seguito dei continui disagi provocati dai cantieri di manutenzione urgente che dal 2019 stanno interessando il tratto ligure della A26.

La dichiarazione di incompetenza del foro genovese è arrivata questa mattina, con un dispositivo di 16 pagine dove sono richiamati interpretazioni della giurisprudenza in materia e alcune sentenze di Cassazione che in tutela di una maggior funzionalità del giudizio  hanno decretato come tribunale competente quello relativo al distretto dove l’azienda in causa ha la sede.

Una prima doccia fredda, quindi, per i residenti della valle, che in questo modo vedono allontanarsi le possibilità di aver accesso anche indirettamente alle fasi processuali, sempre, ovviamente, che il procedimento abbia poi un effettivo inizio: per il momento, infatti, non si è ancora entrati nel merito, essendo immediatamente emersa, da parte del collegio giudicante, l’eccezione di competenza territoriale.

Tra i vari richiami a motivazione della decisione, anche quello, ricavato dal diritto americano da cui deriva l’istituto nostrano della class action, di evitare quello che viene chiamato lo “shopping dei tribunali”: in altre parole evitare che i ricorrenti possano scegliere un sede processuale a discrezione per eventuali supposti vantaggi. “Noi abbiamo evidenziato come i fatti si siano svolti a Genova, dove peraltro Autostrade per l’Italia ha la sede del Tronco omonimo – spiega l’avvocato Gianpaolo Dalessio Clementi, che rappresenta i cittadini ricorrenti – una decisione che non ci aspettavamo, motivata in maniera molto ‘articolata’, come non ho mai visto”.

Adesso esistono due possibilità: la prima sarebbe quella di impugnare questa decisione davanti alla Corte costituzionale, per provare a far rimanere a Genova l’eventuale procedimento, oppure ricominciare l’iter davanti ai giudici romani. Nei prossimi giorni i comitati prenderanno una decisione a riguardo.

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