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Circoli chiusi per Covid, in arrivo uno spiraglio grazie a un emendamento al Milleproroghe

L'allarme a lungo inascoltato delle associazioni del terzo settore a cui è vietata la somministrazione anche in zona gialla. Ora la 'discriminazione' potrebbe essere sanata

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Genova. Uno spiraglio per i circoli potrebbe arrivare presto grazie a un emendamento al decreto Milleproroghe che elimina il divieto di somministrazione di cibi e bevande per gli enti del terzo settore, che dovranno invece seguire le stesse regole e prescrizioni delle attività economiche aventi il medesimo e analogo oggetto”.

Un provvedimento, proposto da alcuni parlamentari del Pd, che eliminerebbe la discriminazione prevista dai vari decreti emergenziali e da tempo contestata dalle associazioni a partire dai circoli Arci, dove la somministrazione è tuttora vietata tout court indipendentemente dal colore delle regioni.

Come ricorda il presidente di Arci Liguria Walter Massa se con la zona gialla siamo ritornati a bere il caffè al bar “quel caffè però non lo posso bere insieme ai soci del mio circolo; dove ci conosciamo tutti sul serio e se non sappiamo tutto di tutti, poco ci manca. Non è questa la più importante difesa dal virus in tempi di app per il tracciamento andate miseramente male?”.
Nei circoli il tracciamento è già una realtà: “tutti si conoscono e se uno per caso si assenta un giorno scatta il ‘chi l’ha visto solidale’ e partono le ricerche. Per legge poi dentro al circolo siamo ‘schedati’ e se non abbiamo il registro soci aggiornato le forze dell’ordine ci multano. Ma nonostante ciò (e molto molto altro) i circoli non aprono – dice Massa – I soci che sostengono quel circolo vadano a prendere il caffè al bar e facciano girare l’economia pare essere l’imperativo indotto”.

Discriminati e considerati non prioritari quindi chiusi. E se la somministrazione non è il fine di un circolo, è comunque uno delle principali fonti di sostentamento che consente di portare avanti le attività sociali nei quartieri: “Onestamente – dice ancora Massa – non ce li vedo i bar di via xx settembre o di via sestri fare anche la distribuzione dei vestiti o del cibo per chi è in difficoltà. Non ce li vedo proprio perchè siamo diversi. C’è una crisi sanitaria, ci sono le regole giuste da seguire e noi veniamo discriminati sul piano fiscale e giuridico”.

Ora i circoli Arci (così come gli altri) sperano nell’emendamento al Milleproroghe che, nonostante la crisi di governo, dovrà comunque essere votato entro la fine del mese. Una piccola luce in fondo al tunnel di una chiusura lunghissima, unico spiraglio prima che per molti le chiusure diventino definitive.

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