Genova. Una piccola edicola dove ricollocare la statua salvata dalle macerie, insieme alla storica campana, per poter conservare la memoria di un pezzo di storia cancellato dal fango. Questo il progetto di recupero di Anas i cui cantieri sono stati presentati ufficialmente questa mattina a Campo Ligure, sulla statale del Turchino, devastata dal maltempo nell’ottobre del 2019.
Ci vorranno circa quattro mesi di lavori per mettere in sicurezza il versante franato, con un’opera di palificazione e rinforzo del muraglione a monte, e il consolidamento dei terreni sovrastanti. Un intervento da 1,2 milioni di euro e che proverà a “cancellare” la ferita di un territorio, quello della Valle Stura, profondamente segnato dal dissesto idrogeologico che in questi anni è purtroppo diventato cosa quotidiana.
Una ferita che da oltre un anno sta creando disagi notevoli alla viabilità della vallata, costringendo al traffico alternato regolato da semaforo, cosa ha creato criticità notevoli per i residenti, ma non solo. Al termine dell’intervento, quindi, la viabilità sarà ripristinata nella sua normalità, almeno per questo tratto della statale, che nella parte piemontese, come è noto, è ancora bloccata dalla frana di Gnocchetto
Ma il clou dei lavori sarà la costruzione di una piccola edicola dove sarà riposiziona la statua della Madonna della Misericordia, a cui era dedicata la cappella, e un piccolo campanile dove troverà spazio la campana della chiesa: “Campana che potrà tornare a suonare nelle occasioni di devozione – spiega il sindaco di Campo Ligure Gianni Oliveri – Noi qua abbiamo perso un simbolo, un punto di riferimento per tutti i cittadini dell’intera vallata, oltre che un patrimonio. Ci sarà anche un murales che riprodurrà quello che era l’aspetto della chiesa distrutta”. Sarà presente anche un collegamento Qr-code per accedere alla storia della struttura e vedere, almeno virtualmente quello che non c’è più.
“Un intervento molto atteso per la vallata – spiega l’assessore regionale Giacomo Giampedrone – che speriamo possa coincidere con la ripresa delle attività di un territorio profondamente ferito. Un passo importante, ma sicuramente non deve essere l’unico”. Il riferimento è alla situazione legata alla frana di Gnocchetto, in territorio piemontese, dove la strada è ancora chiusa a 15 mesi dagli eventi e per la quale le tempistiche di ripristino purtroppo non sono ancora state definite.