Genova. Mentre ieri un gruppo di studenti ha simbolicamente occupato l’atrio di Balbi 4 con un’assemblea pubblica organizzata dal collettivo Come Studio Genova per riappropriarsi temporaneamente degli spazi di quella che chiamano “l’università fantasma”, l’ateneo genovese si prepara alla ripartenza.
Non c’è al momento un giorno X, anche se nel verbale del Senato accademico che si è riunito il 26 gennaio si parla del 1 marzo come data possibile. Entro un mese quindi l’Università di Genova riaprirà, almeno in parte, le porte agli studenti che da un anno seguono le lezioni, danno gli esami e si laureano esclusivamente attraverso lo schermo di un pc.
La ripartenza è stato uno degli impegni presi dal rettore Federico Delfino, una promessa che il numero uno dell’ateneo genovese è intenzionato a mantenere. Nei dettagli sarà un nuovo decreto rettore a dare il la alla ripartenza o, come la chiamano all’università al ritorno a una “nuova normalità”. Quello attuale che impone la modalità a distanza per tutti i corsi scade formalmente il 15 febbraio.
Sì perché le regole saranno certamente ferree, fanno sapere dall’Università, come d’altronde prevede la normativa anti contagio: niente utilizzo di spazi comuni, niente macchinette per snack e caffè, niente cambi di posto in aula, bensì una rigida suddivisione dei percorsi in ingresso e in uscita e il posto a lezione prenotato tramite la app easy lesson.
Non è detto al momento che tutti i corsi torneranno in presenza: per quelli numericamente più consistenti i problemi di spazi non sono ancora risolti. L’ateneo in questi giorni sta cercando di affrontare ogni singolo aspetto per trovare una soluzione grazie anche al contributo del comitato Covid che era stato costituto a maggio ed è stato recentemente rinnovato dal nuovo rettore: dai bagni ai laboratori ai termoscanner in tutte le aule (che funzioneranno solo con mascherina indossata). Sono moltissimi gli aspetti da curare.
E se la voglia da parte degli studenti di tornare in presenza è tanta è altrettanto vero che il rientro in aula sarà ricco di regole e limitazioni anche per l’agognato esame di laurea, forse il momento che più di tutti gli studenti vorrebbero tornare a vive dal vivo. Anche in questo caso sono allo studio regole severe per rispettare la normativa anti contagio: se infatti in questo caso non è difficile pensare di tener ben distanziati commissione e laureando, non sarà possibile portare amici o parenti in aula e nemmeno nei corridoio.
Niente strette di mano al neo laureato né tantomeno abbracci affettuosi e festeggiamenti appena usciti dall’aula con amici e fidanzati. La nuova normalità imposta dalla pandemia probabilmente non piacerà a molti, ma non esistono scorciatoie possibili. E, ricordano da Unige, “il nostro obiettivo primario restà e sarà sempre quello di tutelare la salute degli studenti, dei docenti e di tutto il personale”.