Calcio

Speciale Eccellenza

Lo speciale del Ct Vaniglia

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Ciò che sta più a cuore ai tanti sportivi che seguono il calcio dilettantistico è di questi tempi la possibile ripartenza dei campionati di Eccellenza. Parrebbe che sia una questione di giorni arrivare ad una tanto attesa decisione. Per la categoria che ricordiamo è sospesa da fine ottobre la Figc sta infatti valutando col ministro per lo Sport Vincenzo Spadafora la definizione di un protocollo sanitario.

Il presidente della Figc Gabriele Gravina ha scritto una lettera per sottolineare l’importanza dell’Eccellenza che «costituisce il massimo campionato regionale le cui squadre vincitrici vengono promosse nel campionato interregionale, competizione di carattere nazionale» e dove si chiede di valutare «la ripresa a fronte di protocollo sanitario».

«È un’opzione sul piatto», ha confermato Spadafora, «dato che nel prossimo decreto ci sarà anche un contributo per i tamponi. Con i tamponi per tutti è possibile che altri campionati possano ripartire». Non sarà sicuramente facile, forse non lo sarà per tutte le categorie ma è bene che ogni ora che ci separa da qui al 5 marzo, giorno in cui scade l’ultimo DPCM che ha rinnovato la sospensione degli sport di contatto, sia utilizzato per rendere possibile ciò che ora sembra impossibile. Il tema della ripresa dello sport di contatto deve essere affrontato con la stessa forza messa in campo per far ripartire la scuola secondaria di secondo grado in presenza, magari con maggior efficienza.

Per sapere adesso come sarà la situazione sanitaria ad inizio marzo bisogna avere la sfera di cristallo, troppe variabili incidono sul numero dei contagi man mano che riaprono le attività in base alla colorazione delle Regioni, addirittura impazzite quelle relative alle varianti del virus che portano ad una maggiore contagiosità, quindi più positivi in termini assoluti, perciò più casi gravi in termini assoluti, di conseguenza più pressione sugli ospedali con maggior occupazione dei letti in area medica e terapia intensiva e, infine, più morti. Gli esperti del Comitato Tecnico Scientifico ci dicono da mesi che sotto i 5mila casi giornalieri si recupera l’efficienza nel tracciamento dei contatti dei positivi e la pandemia torna sotto controllo perché più facile spegnere ogni focolaio in essere.

Le società dilettantistiche, stanti così le cose, per la maggioranza sembrano contrarie alla ripartenza probabilmente perché vedono la gestione del protocollo e dei positivi un qualcosa di enorme, vanno quindi sostenute dal punto di vista economico per la spesa sanitaria sui test e accompagnate dal punto di vista organizzativo, perché ogni settimana va compilato l’elenco del gruppo squadra da sottoporre ai test su cui poggiano poi le regole dei rinvii delle gare a seconda del numero dei positivi. All’aspetto economico-organizzativo sull’applicabilità del protocollo, va poi considerato il fattore tempo per portare a conclusione i campionati.

Qualora si riprendesse ad inizio marzo con gli allenamenti collettivi andrebbero calcolate ancora diverse settimane – tra la ripresa delle sedute di gruppo e i recuperi da fare per riallineare le classifiche – prima di riprendere col calendario ufficiale sapendo però che da domenica 7 marzo a domenica 27 giugno ci sono 17 domeniche in tutto, molto poche per pensare di far rientrare tutte le giornate mancanti anche volendo utilizzare qualche infrasettimanale.

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