Welfare

Servizi sociali, 23mila persone hanno chiesto aiuto al Comune di Genova nel 2020

Baroni: "Con il Covid sono mutate le esigenze". Unica lista d'attesa quella di un centinaio di over65 che chiedono il supporto di una badante

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Genova. Sono state circa 23mila le persone che nel 2020 hanno richiesto prestazioni al Comune di Genova. Dal 2017 al 2020, i cittadini presi in carico dai servizi sociali nell’ambito delle cinque aree di competenza (minori, adulti, anziani, disabili e migranti) sono aumentati in particolare per la crescita dei disabili (+139%). Tursi oggi segue 3.186 utenti e la richiesta di servizi domiciliari attraverso il sistema di accreditamento: 142 beneficiari, il 100% delle domande accolte.

“Con l’emergenza pandemica – spiega il consigliere delegato ai Servizi sociali del Comune di Genova Mario Baroni – la sfida, è stata quella di ricalibrare quasi completamente l’offerta in base a una mutata domanda di servizi. Ad esempio, sulle disabilità, è calata la richiesta di trasporto per i centri diurni riabilitati, chiusi causa Covid, e, oltre a ristorare i gestori del servizio di trasporto per il calo dell’attività, stiamo rivalutando le domande delle persone che non avevano avuto accesso al servizio di trasporto e di sostegno per la permanenza a casa”.

È in fase di revisione anche il convenzionamento tra Rsa, Alisa, Regione Liguria e Asl 3 genovese per gli inserimenti in strutture residenziali per anziani, oggi 726 per un contributo del Comune di 3,5 milioni di euro all’anno.

Nella popolazione della fascia 18-64 anni sono in carico dei servizi sociali 6.040 adulti e 7.153 minori, di cui 323 in comunità residenziale, 355 in affido familiare (324 in famiglie e 31 in casa famiglia), mentre l’emergenza Covid ha provocato una particolare criticità nell’attività rivolta ai percettori dei redditi di cittadinanza: lockdown e decreti ministeriali di sospensione delle attività, oltreché le misure di contenimento del virus, hanno fortemente rallentato l’attività della presa a carico.

«Abbiamo un centinaio di anziani in lista d’attesa, tra i 13 degli affidi familiari e gli 86 in attesa di una badante, contro i 700 presi a carico – commenta Baroni – l’obiettivo è non lasciare nessuno indietro e dare una risposta ai bisogni di ogni persona che appartiene a una fascia debole e fragile».

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