Genova. “E’ difficile per gli studenti comprendere perché non rientrano a scuola, capisco le loro frustrazione: la scuola è un diritto costituzionale, se a me l’avessero tolto non sarei probabilmente qui. Sono molto preoccupata per il deflagrare della dispersione scolastica, oggi la dad non può più funzionare, c’è un black out della socialità, i ragazzi sono arrabbiati, disorientati”.
A dichiararlo è il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, ospite a Radio Rai 1 in una giornata che vede la scuola come protagonista: oggi, infatti, sono previsti proteste e flash-mob in tutta Italia da parte di studenti e docenti delle superiori che chiedono di tornare tra i banchi.
Un rientro che era previsto al 50%, ma che in Liguria è stato posticipato in via precauzionale al 18 gennaio, al contrario di altre regioni come Toscana, Abruzzo e Valle d’Aosta che, invece, hanno optato per l’11 gennaio. “Da parte mia non vuole esserci polemica con le Regioni. Ma bisogna dire quelli che sono i fatti: volevamo riaprire le scuole il 9 dicembre – sottolinea – qualcuno ci disse no, ma le attività produttive sono partite. Il 23 dicembre si è stipulata un’intesa all’unanimità con le Regioni che hanno garantito che al 50% le scuole superiori sarebbero rientrate. E’ partito un lavoro immane nei tavoli con i prefetti e sono stati previsti molti bus in più. A inizio gennaio molti presidenti di Regione hanno detto che erano addirittura pronti a far rientrare il 75% dei ragazzi in aula. Ci sono regioni che hanno lavorato bene come la Toscana, noi al ministero abbiamo monitorato tutto, abbiamo fatto informative; il lavoro fatto dai dirigenti scolastici è stato encomiabile. E’ difficile per gli studenti comprendere perché oggi non si riapre: hanno ragione, capisco le loro frustrazioni”.
Molta confusione regna intorno alla chiusura che ormai perdura da quasi un anno e il ministro Azzolina si dice dalla parte dei ragazzi delle scuole superiori: “Li capisco: il diritto all’istruzione è essenziale, sarei anch’io arrabbiata. Ho il dovere di dire loro che il governo ha fatto tutto quello che doveva per il rientro a scuola. A maggio 2020 i medici mi scrivevano per chiedere di lasciare chiusa la scuola e così è stato, oggi ricevo lettere di tanti medici che mi chiedono di aprire le scuole: vedono le difficoltà dei loro figli. Ieri sera ho ricevuto la lettera di un anestesista”.
“Nelle regioni a fascia gialla – continua – tutto è aperto tranne la scuola superiore e questo creerà profonde cicatrici, i ragazzi hanno bisogno di sfogare la loro socialità. Si fa l’errore di credere che la scuola non produca incassi: se io chiudo un negozio so purtroppo quanto ho perso, sulla scuola questo discorso non si fa ma i costi sono altissimi”.
E poi aggiunge: “Il rischio zero non esiste, ma non esiste in alcun ambito. All’interno delle scuole il rischio è molto basso e lo testimoniano gli studi italiani ed europei. La scuola si è organizzata molto bene. Io ho fatto tutto quello che potevo fare, chiedo a tutti di trattare la scuola non in modo diverso di come si trattano le attività produttive”.
Un altro tema caldo è anche la maturità: “Abbiamo chiesto agli studenti di farci delle proposte, lo scorso anno ci hanno presentato proposte ragionevoli; Prenderemo a breve una decisione, i ragazzi a causa dell’incertezza assoluta per le date che slittano come la tela di Penelope, hanno bisogno di avere certezze che il ministero deve dare” conclude Azzolina.