Genova. Una manciata di genitori e due studentesse maggiorenni, persone fisiche e non associazioni, hanno firmato il ricorso che nelle prossime ore sarà presentato al Tar ligure. In corso la notifica, il deposito dell’istanza potrebbe avvenire domani, ovvero quattro giorni dopo l’ordinanza regionale che ha stabilito che no, la didattica in presenza alle scuole superiori, non può riprendere ancora.
“Chiediamo la sospensiva urgente di quell’ordinanza – dice Gian Maria Laurenti, dello studio Damonte, l’avvocato che sta seguendo i “riaperturisti” – non in nome di una battaglia politica, si tratta di un procedimento tecnico legato alle competenze sui temi, quello che noi contestiamo è che l’amministrazione regionale possa derogare rispetto a quanto contenuto nel dpcm, quindi a una legge nazionale”.
L’ordinanza di Regione Liguria, di fatto, proroga la Dad alle superiori – nonostante il via libera alla presenza degli studenti in classe almeno al 50% – fino alla fine di questa settimana e più probabilmente, stando alle ultime dichiarazioni del presidente Giovanni Toti, fino al 25 gennaio o alla fine del mese.
In realtà nelle ultime ore una circolare del Viminale sembra tagliare le gambe alle velleità dei ricorrenti perché chiarisce che l’assetto legato alla riapertura del 18 gennaio “potrà essere interessato da mutamenti in dipendenza di ordinanze regionali, adottate per motivi sanitari volte a differire il termine di riavvio della didattica in presenza per le scuole secondarie di secondo grado, ovvero (oppure, ndr.) di ordinanze del ministro della Salute che determinino il passaggio di un territorio regionale nell’area “rossa”, per la quale la didattica in presenza per i suddetti istituti scolastici rimane sospesa”.
Altri gruppi di cittadini, in altre regioni, hanno avviato il percorso del ricorso al tribunale amministrativo per far valere il diritto all’istruzione dei propri figli. Di contro, aumenta anche il numero di docenti (e qualche genitore) che invece è a favore della prosecuzione della Dad, nel timore che le classi siano un luogo preferenziale per il contagio a dispetto degli studi scientifici citati più volte dal ministero dell’Istruzione sull’assenza sostanziale di correlazione tra l’apertura delle scuole e l’andamento dell’epidemia. Anche il Comitato tecnico scientifico ha ribadito alla Regione che le scuole vanno riaperte.
Intanto le associazioni attive in città, studentesche e non, si preparano a nuove proteste e manifestazioni dopo quelle andate in scena venerdì scorso. L’obbiettivo è il superamento degli strumenti multimediali come unica alternativa all’emergenza pandemica e il ritorno al contatto umano con compagni e docenti.