Genova. È finita con strette di mano e parole di solidarietà da parte degli avventori l’apertura “disubbidiente” di un ristorante della Foce, i cui gestori hanno deciso di non rispettare l’orario di chiusura imposto dal Dpcm per contrastare, almeno questa l’intenzione, il diffondersi del coronavirus.
Una serata decisamente movimentata quella del wine bar Tannina, di Corso Torino, che già dal pomeriggio era comparso nella lista dei locali che a Genova sarebbero rimasti aperti in occasione di #IoApro, l’iniziativa nazionale di protesta degli esercenti della ristorazione contro le ulteriori restrizioni decise dal Governo. E arrivate le 18 è rimasto uno dei pochi locali, forse l’unico, che alle parole ha fatto seguire i fatti. “Lo facciamo per necessità – ci spiegano i gestori – noi dobbiamo lavorare per mangiare e per pagare le spese altrimenti insostenibili. All’interno del locale abbiamo predisposto tutte le norme sanitarie previste, noi abbiamo bisogno di rimanere aperti“.
Ma già dopo pochi minuti dopo il “coprifuoco” alcuni agenti della polizia, come disposto dal prefetto, sono giunti per verificare il rispetto delle normative vigenti. Nonostante la presenza degli agenti, però, a seguito del tam tam che nelle ore precedenti ha animato chat e social, in pochi minuti una trentina di clienti, arrivati da tutta Genova, si sono presentati alle porte del locale, per consumare una cena e bere un bicchiere. Tutte persone determinate, che hanno fatto presente agli agenti la loro intenzione, alcuni sventolando anche dei fogli con sopra stampato l’articolo 1 della Costituzione.
Gli agenti non hanno potuto far altro che identificare i presenti e verbalizzare la sanzione prevista, mentre i clienti si accomodavano ai tavoli: “Non è una protesta, stiamo facendo una cosa che dovrebbe essere normale – ci spiegano alcuni di loro – il verbale non lo pagheremo e lo contesteremo in tutte le sedi legali“. Una determinazione che ha spinto intere famiglie a raggiungere il Tannina, anche da fuori Genova: “Un locale che non conoscevamo prima, ma abbiamo deciso di esserci per sostenere questi ragazzi – sottolinea una cliente – Non possiamo farci passare sopra tutto. Mi spiace solo della poca adesione all’iniziativa. Speriamo che questo possa essere un esempio anche per altri”.
Il locale, quindi si è riempito, e dalla questura sono arrivati rinforzi, compresi alcuni agenti della Digos: mentre tra i tavoli si servivano i primi piatti, i poliziotti proseguivano con l’identificazione di tutte le persone presenti e con le operazioni di verbalizzazione della relative sanzioni. Ai gestori del locale è stata comminata una sanzione da 400 euro e imposta la chiusura per i prossimi cinque giorni.
Passate le 21, però, l’ordine perentorio: il locale deve essere sgomberato, per evitare conseguenze più pesanti per i proprietari. E così, uno dopo l’altro i clienti sono usciti, recuperando quanto avevano ordinato, e dimostrando ai ragazzi del locale la loro solidarietà: “Hanno fatto bene, sicuramente torneremo per dargli supporto”, commentano alcune di loro. “Quello che abbiamo voluto fare noi – ci spiega Simone, uno dei due titolari – è dare una risposta forte, però lo abbiamo fatto per necessità di lavoro. Siamo contenti che i clienti siano venuti, e li ringraziamo, hanno capito che noi, come tutti, abbiamo bisogno di lavorare“.
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