Genova. Oggi prima commissione consiliare a palazzo Tursi convocata per discutere la delibera elaborata dalla giunta Bucci sul tema del “decentramento”, altresì detta “riforma dei municipi”. Un tema che nelle ultime settimane ha fatto alzare gli scudi non soltanto ai partiti di opposizione (ma che rappresentano la maggioranza dei governi dei municipi cittadini) ma anche a sindacati, terzo settore e in parte persino ad alcune forze del centrodestra, specialmente alla Lega.
Il timore è infatti che la riforma, scritta per riordinare gli equilibri tra gli uffici centrali e periferici, almeno negli obbiettivi di chi l’ha voluta, e per stabilire con chiarezza i ruoli amministrativi e politici degli enti, sia invece un modo per depotenziare i municipi stessi e svuotarli di competenze.
La riforma dei municipi, che dovrà avere il parere degli organismi che intende disegnare (entro il 14 gennaio), potrebbe arrivare in aula rossa già con alcune modifiche rispetto alla bozza circolata nel giorni scorsi anche sulla base di proposte arrivate dalla stessa maggioranza in Comune.
Tra i punti più criticati c’è sicuramente l’eliminazione del plafond fisso da circa 280 mila euro all’anno che veniva destinato a ogni municipio. Il sindaco Bucci ha spiegato più volte che il tetto dei fondi per i parlamentini sarà “illimitato”. Sì, ma l’ok allo stanziamento dovrà passare per gli uffici comunali e non saranno i municipi a gestire quei denari ma saranno gli uffici tecnici a decidere quali saranno le priorità in tema di lavori pubblici, servizi sociali e altri progetti.
D’altra parte la giunta comunale vorrebbe un sistema di municipi più “proposito” delegando agli enti l’organizzazione di incontri, workshop e dibattiti pubblici per definire linee strategiche da sottoporre all’amministrazione centrale.