Genova. La questione del budget di 280 mila euro uguale per tutti, per lui, è una “non questione”. “Solo che per interventi di somma urgenza abbiamo speso per i nove municipi 20 milioni di euro, nell’ultimo anno abbiamo stanziato per i vari capitoli di spesa in media 20 milioni di euro per un singolo municipio, io se fossi un presidente mi preoccuperei di queste cifre e non dei 280 mila euro, se fossi un presidente di municipio penserei in grande e quindi a un plafond illimitato”.
Il sindaco Marco Bucci interviene nell’acceso dibattito in corso sulla riforma dei municipi, riforma presentata – già con alcune modifiche rispetto alla delibera di giunta del 30 dicembre scorso – durante una prima commissione consiliare, lunedì 11 gennaio, a consiglieri comunali e presidenti di municipio. Che avranno tempo, per dare il loro parere, fino al 25 gennaio.
– Sindaco, la riforma dei municipi ha sollevato polemiche molto forti da parte delle opposizioni, dei sindacati, del terzo settore, ha suscitato perplessità anche nella stessa maggioranza di centrodestra. Perché?
“Per capire il senso di questa riforma bisogna aver chiari due aspetti, il primo è che quello a cui aspira quest’amministrazione è un sistema di municipi che sia più efficace, efficiente e propositivo. Il secondo è che è necessario comprendere che esistono due ruoli importanti, quello politico e quello amministrativo, quello politico è affidato al consiglio, alla giunta e al presidente del municipio, noi ci aspettiamo che il ruolo politico si occupi della visione e della strategia del municipio, e ci aspettiamo che prepari una lista di cose da fare”.
– E fino a qui, ma la parte più criticata è quella legata al ruolo amministrativo…
“Il ruolo amministrativo è l’altro aspetto fondamentale e compete al direttore del municipio, questa figura, in sostanza, ha il compito di ricevere questa ”lista delle priorità”, questa visione, questi progetti proposti e di sottoporla alla giunta comunale che la valuterà e deciderà cosa è possibile fare, nel rispetto del bilancio complessivo e della strategia per la città, dopodiché lo stesso dirigente mette in pratica tutto quello che serve ad attuare quei progetti. E’ così che dovrebbero funzionare i municipi, ed è tutto previsto anche dal testo unico sugli enti locali”.
– I municipi come li conosciamo esistono dal 2007: che cosa non ha funzionato fino a oggi? Perché avete sentito la necessità di questa riforma?
“Il nostro scopo è avvicinare ancor più i cittadini alla pubblica amministrazione, a oggi non sempre la comunicazione tra organismi decentrati e amministrazione centrale è stata efficace, magari si risolvevano in autonomia piccole problematiche ma senza una reale visione, spesso gli interventi più corposi non avvengono su segnalazione del territorio, quindi abbiamo ritenuto migliorare l’attuale sistema di governance della città, ridisegnando il rapporto tra ruolo del comune e ruolo dei municipi, il meccanismo di ripartizione dei compiti, delle funzioni e delle risorse e il processo di costruzione delle decisioni politiche e amministrative”.
– Oggi i nove municipi genovesi sono per la maggior parte governati dal centrosinistra o dal M5s e anche per questo l’opposizione ha parlato di una mossa elettorale in vista delle politiche. Che cosa risponde?
“Non voglio entrare in discussioni strumentali ma vorrei sottolineare un paio di aspetti, i municipi non hanno personalità giuridica, questo significa che la responsabilità legale è sempre del sindaco non il presidente del municipio, inoltre quando sento dire ‘abbiamo fatto questa cosa con i soldi del municipio’ bene, è qualcosa che non sta in piedi, il municipio non ha soldi ‘suoi’, sono sempre fondi del bilancio comunale, soldi di tutti che vanno investiti, e chi afferma che i soldi sono del municipio lo fa per avere visibilità elettorale”.
– La delibera di giunta così come è stata modificata anche sulla base di input arrivati dalla maggioranza prevede il mantenimento della competenza su gran parte delle materie tra cui i servizi sociali. Perché questa marcia indietro?
“Non parlerei di marcia indietro, ma anzi di marcia in avanti. I servizi sociali, come tutti gli altri servizi erogati, soprattutto quelli particolarmente delicati hanno un rapporto gerarchico con il municipio e un rapporto funzionale con il dirigente e quindi con il Comune, il che vuol dire che il municipio può decidere quali servizi vanno erogati ma come, a chi, e con quali normi compete al Comune, altrimenti non ci sarebbe omogeneità”.
– I detrattori della riforma sostengono che il dirigente del municipio, per il suo ruolo amministrativo, rischia di avere un peso maggiore rispetto ai presidenti di municipio…
“Il direttore generale del Comune è più importante del sindaco? Sono due figure con due ruoli diversi, politico e amministrativo, con la riforma questo sarà molto chiaro e lo sarà ancora di più se necessario, magari la delibera cambierà ancora sulla base dei suggerimenti che arriveranno”.