Il caso

Operatori delle rsa non vogliono il vaccino anti Covid, Uil: “Da eroi a infami? Non ci stiamo”

Dopo le polemiche legate ai lavoratori della casa di riposo dell'istituto Brignole il sindacato respinge le accuse: "Non si tratta di negazionisti"

Generica

UIL FPL GENOVA E LIGURIA

Operatori socio sanitari e campagna vaccinale per arginare gli effetti della pandemia da SARS-CoV-2

Comunicato stampa

Piano e Benvenuto Uil Fpl: “Da eroi della prima ora a infami, noi non ci stiamo! Il soggetto pubblico faccia chiarezza: più informazione contro la sfiducia, più comprensione per coloro che non possono ancora fare il vaccino o esitano. La coesione sociale non può venir meno in questo momento storico così delicato.

Genova. Sta facendo molto discutere la notizia che non pochi operatori sanitari e infermieri dipendenti di rsa e case di cura non sarebbero disposti a sottoporsi alla vaccinazione anti-covid. Uno dei casi emersi nelle ultime ore è quello dei dipendenti della Doria, struttura dell’istituto Brignole.

Sul tema l’intervento di Luigina Piano, responsabile regionale terzo settore e sanità privata della Uil Fpl Genova e Liguria e di Carlo Benvenuto, segretario generale Uil Fpl Genova e Liguria

“In questi giorni stiamo assistendo anche sul territorio a spiacevoli polemiche rispetto agli operatori della sanità che al momento non intendono o non possono vaccinarsi contro SARS-CoV-2 – scrivono dal sindacato – il clima sociale si surriscalda anche sul fronte di legittime scelte che non attingono dal campo negazionista ma da aspetti clinici personali o organizzativi”.

“Parliamo di lavoratrici e lavoratori che devono confrontarsi con accuse gravi scagliate a forte velocità all’interno di piazze social, con toni decisamente esasperati. In un attimo, una parte dell’opinione pubblica ha trasformato gli eroi della prima ora in infami da linciare. Ecco, è proprio qui che deve intervenire il soggetto pubblico affinché la ferocia da tastiera non trasformi il vaccino in un campo di battaglia molto più ampio”, si legge nella nota.

“Purtroppo il quadro giuridico non è ancora chiaro ma la tutela degli operatori socio sanitari è compito della Uil Fpl, che intende esercitare il suo consueto ruolo nel perimetro della legge: a farne le spese non può essere un’intera categoria, bisogna colmare le lacune organizzative e legislative”, spiegano dalla Uil Fp.

“Come rappresentanti dichiariamo il nostro impegno affinché la vaccinazione possa svolgersi nel modo migliore e con la più alta partecipazione possibile. Come già dichiarato a livello nazionale, da questa pandemia si uscirà soltanto affidandosi alla scienza e alle sue evidenze, esercitando fino in fondo il proprio ruolo nel rispetto prima di tutto dell’etica professionale di ognuno. Impegno, senso del dovere e della responsabilità che va di pari passo con il soggetto pubblico che dovrà intensificare gli sforzi per informare e sensibilizzare coloro i quali dovessero nutrire dubbi o contrarietà, superando le lacune che si registrano, eliminando qualsiasi sacca di sfiducia che derivi da ideologiche e irricevibili posizioni negazioniste”.

“D’altra parte chi ha ricevuto una valutazione clinica sfavorevole al vaccino, non va demonizzato né sottoposto al pubblico ludibrio, anzi: va rassicurato insieme al resto della cittadinanza in un’ottica di coesione sociale e responsabilità”, concludono Piano e Benvenuto.

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