Interpretazione

Nuovo Dpcm, dubbi sulla possibilità di raggiungere la seconda casa fuori regione

In attesa delle Faq aggiornate c'è chi approfitta di un "vuoto normativo" per raggiungere l'abitazione al mare o in montagna

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Genova. In queste ore un dubbio attanaglia parte dell’Italia: è possibile oppure no recarsi presso la propria seconda casa, anche in altra regione, che sia essa di proprietà o in affitto. In base al nuovo dpcm del 14 gennaio, in vigore da oggi, secondo alcune interpretazioni non ci sarebbe una limitazione alla casa di residenza o domicilio da raggiungere.

In attesa delle Faq del governo – sul sito ufficiale non sono ancora aggiornate, si legge – ancora non ci sono chiarimenti in merito, ma cresce la mozione possibilista.

In sostanza, fino al 15 febbraio (data di scadenza del dpcm) sarà sì “vietato spostarsi tra regioni, anche se in zona gialla, eccetto che per motivi di lavoro, salute o necessità” ma “è consentito sempre il ritorno al domicilio o all’abitazione”.

Nelle “vecchie” faq palazzo Chigi precisava che “la residenza è il luogo in cui la persona ha la dimora abituale, come attestato dai registri anagrafici; il domicilio è il luogo in cui una persona ha stabilito la sede principale dei suoi affari e interessi e può essere diverso dalla propria residenza, infine l’abitazione, ai fini dell’applicazione del dpcm, va individuata come il luogo dove si abita di fatto, con una certa continuità e stabilità o con abituale periodicità e frequenza”. Non solo, le faq precedenti escludevano “le seconde case utilizzate per le vacanze”.

In queste ore anche il numero 1500, il contatto ufficiale del governo al quale rivolgere domande sulla situazione Covid, in alcuni casi sta dicendo che spostarsi di regione per raggiungere la seconda casa non è possibile, in altri che bisogna richiamare domani o nei prossimi giorni perché anche gli operatori sono in attesa di disposizioni precise.

Però, in attesa delle Faq appunto, ciò che fa fede è il dpcm e quest’ultimo non prescrive il divieto. C’è chi sta approfittando del vuoto normativo per “fuggire” in montagna o al mare – visto che comunque il rientro a casa è comunque concesso sempre – fermo restando che lo spostamento dovrà essere comunque limitato al nucleo familiare.

C’è da dire che in molti, in questi ultimi giorni, si sono chiesti quale fosse l’effettiva utilità sanitaria del limitare gli spostamenti verso abitazioni private magari situate in piccoli paesi di mare o montagna dove ci sono minori possibilità di trovarsi in situazione di assembramento.

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