Parere

Il comitato tecnico scientifico avverte anche Toti: “Le scuole superiori devono riaprire”

È scontro sul rinvio, Toti: "Si vuole aprire per dare un contentino al governo, io non ci sto". Pronto anche un ricorso dei genitori al Tar

Generica

Genova. Le scuole superiori devono riaprire per le lezioni in presenza e i presidenti di Regione che le chiudono se ne assumono la responsabilità. È questo in sintesi l’esito della riunione urgente col comitato tecnico scientifico chiesta dal Governo dopo la nuova ondata di ordinanze per rinviare il ritorno in classe degli studenti, tra cui anche quella di Giovanni Toti in Liguria valida per la prossima settimana.

Il via libera al rientro è arrivato venerdì con l’ultimo Dpcm che ristabilisce la didattica in presenza tra il 50 e il 75%, tranne che nelle regioni in zona rossa. Ma la Liguria – come anche Umbria, Campania, Puglia, Marche, Calabria, Basilicata, Sardegna, Veneto e Friuli Venezia Giulia – ha deciso di posticipare almeno di una settimana dopo l’ingresso in zona arancione.

“Questo per due motivi – aveva spiegato Toti -. Il primo è che riteniamo sia incoerente riaprire nel momento in cui andiamo a chiudere la regione per soffocare la circolazione del Covid. E poi sarebbe incomprensibile per tutti aver tenuto le scuole chiuse in zona gialla e aprirle in fascia arancione“. Stop che potrebbe essere più lungo, visto che il governatore riteneva “non molto probabile se me lo chiedete oggi” la riapertura il 25 gennaio, rimandando la decisione alla settimana entrante.

Gli esperti del comitato tecnico scientifico più volte negli ultimi mesi hanno indicato la questione scuola come una “priorità” e in diverse occasioni hanno ribadito la necessità del ritorno in classe degli studenti. La richiesta di esprimere un parere su un eventuale rinvio della didattica in presenza per gli studenti della scuola secondaria, secondo quanto si apprende, sarebbe arrivata in mattinata agli scienziati ai quali però non era stato chiesto alcun parere sulla questione nei giorni scorsi, prima che entrasse in vigore il nuovo Dpcm con l’indicazione del ritorno in presenza degli studenti delle superiori al 50%.

In serata poi Toti è passato al contrattacco: “Non comprendo perché da una parte stiamo tutti per morire e tutto deve essere chiuso, poi però le scuole vanno aperte per dar e qualche contentino a qualcuno nel governo. I Tar d’Italia hanno deciso di fare gli epidemiologi, il Cts dice che l’apertura delle scuole è compatibile con le aree di rischio maggiori. Ma come, prima non era compatibile con la zona gialla, ora è compatibile con la zona arancione? Abbiamo bloccato l’asporto dopo le 18 ma se ti fermi davanti alla scuola il virus non ti dovrebbe frequentare? Evidentemente c’è qualcuno che rompe più le scatole e alla fine le aperture hanno un dato politico, e questo non lo posso tollerare”.

Intanto a Genova, dopo la protesta degli studenti a De Ferrari, alcuni gruppi di genitori hanno deciso di promuovere un ricorso al Tar per fermare l’ordinanza di Toti, contando sulle decisioni dei giudici amministrativi che in Veneto, Emilia-Romagna e Lombardia avevano dichiarato illegittimi i provvedimenti delle rispettive Regioni.

Più informazioni
leggi anche
Generica
Prospettiva
Toti: “Sarà l’ultima volta in zona arancione. Scuole? Ad oggi improbabile riaprire il 25 gennaio”
Generica
Ufficiale
Liguria in zona arancione da domenica 17 gennaio, Toti chiude ancora le scuole superiori
Generica
La proposta
Rientro a scuola, la Consulta degli studenti della Liguria: “Serve un tracciamento della Asl”
Protesta studenti 15 gennaio
La protesta
Una classe a cielo aperto per chiedere il ritorno fra i banchi: “Possiamo andare in giro ma non a scuola, che senso ha?”
Generica
Battaglia legale
Scuole, ricorso al Tar contro la Dad in Liguria: tra i firmatari anche due studentesse
Generica
Apertura
Covid, Toti: “Dati in miglioramento, avanti così e riapriremo le scuole la settimana prossima”
Generica
Carta canta
Scuola, i dati della Asl genovese parlano chiaro: “Le classi non sono luoghi di contagio”

Per favore, disabilita AdBlock per continuare a leggere.

Genova24 è un quotidiano online gratuito che non riceve finanziamenti pubblici: l’unica fonte di sostegno del nostro lavoro è rappresentata dalle inserzioni pubblicitarie, che ci permettono di esistere e di coprire i costi di gestione e del personale.
Per visualizzare i nostri contenuti, scritti e prodotti da giornalisti a tempo pieno, non chiediamo e non chiederemo mai un pagamento: in cambio, però, vi preghiamo di accettare la presenza dei banner, per consentire a Genova24 di restare un giornale gratuito.