Genova. In latino il termine “fortuna” è definito vox media. Ovvero, diversamente dall’accezione che ha poi assunto in italiano, non ha un significato positivo ma può indicare la buona o la cattiva sorte. Ed è forse il termine, quello latino, che più rappresenta quando capitato a un giovane genovese, Leonardo (nome di fantasia) che è stato insieme molto fortunato e molto sfortunato. Perché non capita tutti i giorni di vincere la Lotteria Italia. Ma neppure di perdere il biglietto vincente.
Ebbene sì. E’ lo stesso protagonista ad averci raccontato la sua storia, magari nella speranza che qualche meccanismo burocratico possa allentarsi. Perché il regolamento è chiaro: senza tagliando è impossibile incassare la vincita.
Leonardo è uno dei tre genovesi ad avere vinto i cosiddetti premi “minori” (uno da 50 mila, due da 25 mila, il suo sarebbe stato da 25 mila euro). Purtroppo, però, se n’è reso conto troppo tardi. Quando il biglietto era già stato abbandonato sul tavolino di un bar latteria a Quinto, O leitâ, da lì buttato in una pattumiera, dalla pattumiera in un cassonetto e dal cassonetto a “Scarpino”, come si dice a Genova, o per meglio dire, in discarica.
“Al pomeriggio del 7 gennaio ho incontrato alcuni amici in questo bar latteria a Quinto – racconta Lorenzo – ed è in quell’occasione che ho lasciato il biglietto sul tavolo, avevo controllato i premi più consistenti e capito che non avevo vinto niente poi, due giorni dopo, mi chiama mia madre”.
La donna, che ha altri figli, aveva regalato un biglietto a ciascuno di loro e si era annotata i numeri di serie. Quando ha controllato i numeri estratti e visto che uno di quelli equivaleva a una vincita da 25 mila euro ha contattato il figlio, entusiasta. “Non potete capire come mi sono sentito – dice – ho subito realizzato quello che era accaduto, credo che mia madre, se avesse potuto, mi avrebbe spaccato la faccia”, ammette lo sventurato protagonista. In effetti.
Leonardo ha fatto tutto quello che poteva. Si è precipitato al bar. Ha chiesto ai gestori di poter controllare nei sacchi della spazzatura – ricordavano di aver gettato via il biglietto – e si è letteralmente infilato nei cassonetti per cercare di recuperarlo. Ma l’immondizia era già stata ritirata. “Mi fido ciecamente sia dei miei amici sia dei titolari del locale, ma ho sporto denuncia ai carabinieri questa mattina, non si sa mai che qualcun altro lo possa avere trovato”, rivela.
Perché in effetti, in questo modo, almeno, nessuno potrà incassare il biglietto vincente. “Inoltre c’è già un trascorso giuridico di questo tipo, arrivato fino in Cassazione, quello che dobbiamo dimostrare è di avere davvero avuto il biglietto”.
Non sarà facile ma la speranza è l’ultima a morire. Insieme al rimorso, certo. “In questo anno terribile, dove a causa della pandemia mi sono trovato senza lavoro e senza ammortizzatori sociali – racconta il ragazzo, che fa l’animatore a bordo delle navi da crociera – e in cui tutta la famiglia si fa in quattro per guadagnare a sufficienza, quei soldi ci avrebbero davvero aiutato. Per una volta non sarebbe, come si dice, piovuto sul bagnato”.
Leonardo ha una magra, magrissima, consolazione. L’Italia è uno dei Paesi al mondo dove è più diffuso il fenomeno di chi perde o butta via per errore biglietti della lotteria vincenti. Spesso si tratta di premi minori. Se si può definire “minore” un assegno da 25 mila euro in tempi di pandemia e crisi economica.