Genova. Il 16 dicembre, mentre in via Piave apriva il primo supermercato Esselunga genovese, sul tetto di un palazzo in piazza Dinegro, al posto di una vecchia scritta del caffé Kimbo ne compariva un’altra, gialla e iconica, quella di Esselunga. Uno spot al nuovo punto vendita ma, alla luce degli eventi delle ultime ore, forse anche un tentativo di segnare il territorio, da parte del gruppo lombardo.
Perché ancora prima che partisse il progetto di Esselunga ad Albaro, negli spazi di un concessionario auto, c’era in ballo un’altra area utilizzata per la vendita di autovetture, in via Di Francia, all’ombra delle torri Faro e del Matitone. Spazi per cui, negli anni, si parlò anche dello sbarco di altri gruppi commerciali, come ad esempio Decathlon, ma che di fatto sono sempre rimasti inutilizzati.
Nei giorni scorsi su una grata di recinzione è comparso un cartello, relativo ad alcuni “interventi di demolizione di fabbricati” secondo autorizzazione del Comune. Committente: Esselunga. Dai database di Tursi la conferma che l’ottobre scorso è stato dato l’ok per la sistemazione dell’area, ora occupata da alcuni magazzini fatiscenti. Il cartello, però, è sparito e i lavori, a dire il vero, non sono iniziati l’11 gennaio come riportava il programma di cantiere.
Esselunga sta facendo tabula rasa sull’area per poi iniziare a costruire? Qui serve una frenata netta. Perché sempre dal Comune di Genova smentiscono che ci siano in dirittura d’arrivo variazioni del piano urbanistico o via libera alla costruzione di un nuovo supermercato anzi che esista persino una richiesta di costruzione. Lo stesso Sani Kahale, amministratore delegato di Esselunga, a margine dell’inaugurazione di via Piave aveva parlato di “tempi piuttosto lunghi”.
Niente paletti. C’è però un ostacolo in meno, al momento, all’eventuale sbarco: il 31 dicembre scorso è scaduta, e non è stata prorogata, la moratoria della Regione Liguria – l’ente che di fatto ha la competenza sulla pianificazione del commercio – che nell’anno della pandemia bloccava l’apertura di grandi strutture di vendita e di centri commerciali per tutelare il piccolo commercio. L‘opposizione e le associazioni di categoria avevano chiesto una proroga di questa norma ma, a oggi, teoricamente, Esselunga potrebbe chiedere e ottenere il via libera a un secondo punto vendita peraltro molto più grande di quello in via Piave.
Reazioni. Cosa che, se da un lato, fa alzare gli scudi da parte del municipio Centro Ovest e dei commercianti (sulla possibilità che Esselunga arrivasse in via Di Francia ci fu anche un ricorso del civ San Benigno contro una determina del Comune che impediva lo sviluppo del civ in quelle aree), alimenta invece gli entusiasmi di residenti e proprietari di case.
Favorevoli e contrari. Che vedrebbero nell’arrivo di Esselunga – a pochi metri, ricordiamo, dalla Coop del Terminal Traghetti – un valore aggiunto per il quartiere. Silvana, casalinga, residente di Salita degli Angeli, dice: “Non credo che perderei le mie abitudini ma la presenza di Esselunga a due passi da casa potrebbe far scendere i prezzi negli altri negozi, e poi servirebbe a sistemare quella zona che al momento è solo un buco nero di degrado”. Stessa opinione per Franco, pensionato, abitante in via Venezia: “Esselunga è attesa da anni, è un supermercato come un altro, a noi servirebbe per avere un’opzione in più”. Federico, 40 anni, è invece preoccupato per i risvolti sulla viabilità: “Avete visto cosa sta succedendo in via Piave e corso Italia, questa è una zona già caotica per il traffico, finché non sistemeranno il nodo di San Benigno non è pensabile di aprire un supermercato così grande in via Di Francia”.