Sfida

Ecco il bando pubblico del Comune per trovare chi rilancerà i Giardini di plastica

Concessione di 10 anni. I vincitori dovranno allestire uno spazio per il co-working, un chiosco e mantenere il verde, oltre a dialogare con le associazioni del territorio

Genova.Il Comune di Genova prova a rilanciare una volta per tutte l’area dei giardini Baltimora, più noti come “giardini di plastica”, su cui sono a disposizione 360 mila per avviare alcuni lavori di ristrutturazione (che, nonostante gli annunci di ormai mesi fa, ancora non sono entrati nel vivo) e approvato un progetto di restyling firmato dallo studio di architetti Pisano Bordoni.

La novità delle ultime ore è la pubblicazione di un bando – che scade il 18 febbraio – per una selezione ad evidenza pubblica per l’assegnazione in concessione, a titolo gratuito e per e 10 anni, del complesso immobiliare “al fine di che garantirne il presidio, la manutenzione e la sana fruizione da parte dell’intera collettività”.

L’obbiettivo del Comune è trovare uno o più soggetti che si occupino di creare uno spazio di coworking nel porticato sotto il palazzo della Regione (900 metri quadri concesso dall’ente per 20 anni a Tursi, e che sarà chiuso con delle vetrate), dell’installazione di un chiosco per la distribuzione di cibo e bevande e della manutenzione dell’area verde, 5300 metri quadri.

Solo per questo ultimo aspetto, che dovrà essere affidato a un’impresa professionale, si stima un costo di circa 25 mila euro all’anno. Nel complesso il bando è molto cautelativo nei confronti del Comune che, al termine della concessione, acquisirà le opere e le migliorie senza dover riconoscere alcunché da un punto di vista economico.

Gli allestimenti degli spazi per il coworking e del chiosco – le attività che, insieme al catering, dovrebbero costituire le entrate economiche di chi gestirà i giardini – saranno a spese del concessionario, così come le utenze e la manutenzione ordinaria e straordinaria dei locali e dell’area oltre che la pulizia e la gestione di servizi igienici per tutti i fruitori del parco urbano.

A spese del concessionario anche l’eventuale intervento sugli impianti, l’adeguamento degli stessi alle vigenti norme in materia di sicurezza, di prevenzione incendi e di abbattimento delle barriere architettoniche.

Il concessionario dovrà inoltre organizzare e gestire, con continuità, una programmazione di eventi culturali, in tema innovazione, rivolti ai soggetti occupanti il coworking e alla cittadinanza in generale, mirati alla promozione del nuovo complesso dei giardini Baltimora, esercitando le attività con il massimo coinvolgimento delle realtà associative e culturali già presenti e attive sul territorio.

Il chiosco per la vendita di cibo e bevande, ma anche per l’organizzazione di catering sarà una struttura leggera in acciaio vetro ed impianti e materiali eco sostenibili e dovrà essere grande almeno 60 metri quadri, con 120 di dehors. Sia per il coworking sia per il chiostro non ci si potrà “improvvisare”. Le società dovranno essere attive nei rispettivi settori e garantire un minimo di capitale.

Nei mesi scorsi il Comune di Genova aveva parlato di un modello di gestione simile a quello che sta funzionando, ormai da anni, ai giardini Luzzati. Bisognerà capire, ora, se e chi proverà a prendersi sulle spalle una sfida così importante e impegnativa dopo anni di tentativi falliti per la riqualificazione di questa enclave tra il cemento.

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