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Contagi in aumento, il governo pensa a nuove restrizioni dopo il 7 gennaio e la Liguria rischia “il rosso”

Toti: "Al momento il nostro rischio è moderato, siamo gialli, il ministero riveda i parametri". Ipotesi lockdown anche nei weekend dopo le feste

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Genova. L’epifania quest’anno non si porta via solo tutte le feste ma anche gli effetti dell’ultimo decreto Natale. Ed è in vista del 7 gennaio, e quindi di quello che molti attendevano come un ritorno alla normalità, che invece il governo sta pensando di intervenire – con un’ordinanza o un nuovo decreto – per applicare una ulteriore stretta.

Già da un paio di giorno si parla della possibilità che per quella data, momento nel quale tutte le Regioni dovrebbero ripartire come “zona gialla”, la Liguria possa di fatto avere parametri di classificazione arancioni, tendenti al rosso. Ieri, con pochissimi tamponi effettuati (1625) i casi erano oltre 200 con un tasso di positività del 16% e anche i bollettini precedenti avevano fatto capire che qualcosa stava cambiando in negativo.

“Il nostro Rt è prossimo all’1 e probabilmente ha già superato quella soglia”, aveva affermato prima di Capodanno Filippo Ansaldi, sub-commissario di Alisa e membro della task force, specificando che però questo non avrebbe giustificato automaticamente un declassamento da parte dell’Istituto superiore di sanità e quindi del ministero della Salute.

Il problema è che il ministro Speranza e parte del governo stanno pensando di restringere ulteriormente le maglie dei parametri scelti per la colorazione puntando proprio sull’Rt e sull’incidenza (parametro sul quale la Liguria è messa meglio rispetto ad altre regioni a rischio come Calabria e Veneto). L’Rt “rosso” calerebbe da 1,5 a 1,25, quello “arancione” da 1,25 a 1.

Non solo, in genere il governo starebbe pensando alla creazione di “giorni rossi” in tutto il Paese durante i weekend, anche per le regioni “gialle”. Una decisione che limiterebbe gli spostamenti e la vita sociale ma che obbligherebbe alla chiusura anche a pranzo bar e ristoranti, per fare solo un esempio.

Quindi, cosa dobbiamo aspettarci per il 7 gennaio e per i giorni successivi? La Liguria rischia davvero di iniziare il tanto agognato 2021 in una situazione simile a quella del marzo 2020? Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti è convinto che questo non debba accadere e insieme alla conferenza delle Regioni, di cui è vicepresidente, ha chiesto di “rivedere i parametri sulle aree di rischio secondo criteri più rapidi e snelli, i parametri attuali sono in un certo senso inadeguati”.

“In questo momento la Liguria ha un rischio moderato, nel report 33 dell’Istituto superiore di sanità risultiamo con un Rt tra l’1,01 e l’1,07 e i nostri ospedali sono sotto la soglia prevista di riempimento, sia per le terapie intensive, sia per la media intensità di cura – afferma – questo vuol dire che alla Liguria dovrebbe corrispondere il colore giallo, secondo il dpcm che ritornerà in vigore la sera tra il 6 e il 7 gennaio. Ma sulla base delle esigenze sanitarie siamo pronti a chiudere alla luce dei nuovi dati dell’Istituto Superiore di Sanità e dei nostri esperti”.

Il punto è che la classificazione avviene, oggi, con dati vecchi di 15 giorni. E bisognerà a quale Liguria corrispondano quei dati. E quanto cene e pranzi natalizi incideranno sull’andamento del contagio. “A seconda delle esigenze della salute dei nostri cittadini non avremo problemi a fare delle scelte, ad aprire e chiudere secondo le necessità”, conclude Toti.

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