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Consiglio regionale, Pd all’attacco: “Toti e la Cavo riaprirebbero tutto, tranne le scuole”

"Il piano dei trasporti per gli studenti è pronto, ma si dice che mancano le risorse..."

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Genova. “In una regione in cui, a detta del presidente Toti e dell’assessore Cavo, bisognerebbe riaprire ogni tipo di attività, le uniche porte a restare chiuse sono quelle delle scuole superiori. La Giunta ligure polemizza contro tutte le misure adottate dal Governo per contenere la pandemia (dal divieto all’asporto dopo le 18 alla chiusura dei ristoranti), ma poi, quando l’Esecutivo gli chiede di riportare gli studenti in aula, si mette di traverso. A un certo punto, a fine anno, sembrava quasi che Toti dicesse agli studenti che non avrebbe riaperto le scuole, per consentirgli di trascorrere tranquillamente la settimana bianca”.

Così Pippo Rossetti, consigliere regionale del Pd ligure, torna all’attacco della Regione e sui ritardi nella riapertura delle scuole superiori nonostante il piano dei trasporti sia pronto per garantire un trasporto in sicurezza.

“Questa mattina, in Consiglio regionale, ho presentato un ordine del giorno per chiedere la riapertura degli istituti superiori liguri, visto il parere del Comitato tecnico scientifico e visto che le Prefetture, insieme alla Regione e ai Comuni, hanno elaborato un piano sui trasporti, ai sensi della normativa nazionale. Ma il documento, firmato da tutta l’opposizione, non ha trovato sostegno nella maggioranza di centrodestra e quindi verrà discusso alla prossima seduta votante del Consiglio (quando, speriamo, le scuole saranno già aperte). In altre Regioni come Emilia Romagna, Piemonte, Lazio e Molise gli studenti delle superiori sono tornati in aula. Nella Liguria di Toti invece no”.

“Sempre questa mattina, in Consiglio, a seguito di un’interrogazione del Gruppo del Pd, l’assessore Berrino, confermando che i prefetti liguri hanno già predisposto i piani per la mobilità, ha detto che la Regione Liguria è in attesa che arrivino i soldi da Roma, per finanziare l’offerta aggiuntiva di treni e bus per gli studenti. Ma perché la Giunta non ha pensato a elaborare un piano economicamente sostenibile? Eppure Toti, da tempo, chiede maggiore autonomia per la Liguria. Il problema è che i fondi stanziati dal Governo in estate per l’incremento dei trasporti sono serviti a sistemare i conti pregressi del trasporto pubblico locale”.

“Certi politici e amministratori dovrebbero smetterla di dire che gli studenti sono il nostro futuro se non riescono neppure a garantirgli di tornare a scuola nel nostro presente” conclude l’esponente Dem.

Il consigliere Armando Sanna (Pd-Articolo Uno) ha presentato un’interrogazione, sottoscritta dai colleghi del gruppo, in cui ha chiesto alla giunta che in tutti i Comuni, tramite aziende municipalizzate o tpl, siano garantiti nei prossimi giorni i trasporti secondo gli scaglioni di ingresso e uscita degli studenti nelle scuole. Il consigliere ha ricordato che Amt ha affidato l’esercizio delle “navette” per gli studenti a due società private, che il Fondo nazionale trasporti nel 2019 è cresciuto di un milione di euro per la Città Metropolitana, che nel 2020 le risorse sono oltre 2 milioni di euro e sono previsti fondi per questi servizi aggiuntivi.

L’assessore ai trasporti Gianni Berrino ha premesso sottolineando che l’Italia è l’unico Paese che ha ridotto la capienza dei mezzi pubblici, pur senza evidenze scientifiche circa la possibilità di contagio rispetto all’affollamento di autobus e treni, e questo ha imposto il reperimento in poco tempo di nuovi mezzi. L’assessore ha, quindi, esposto nel dettaglio i servizi aggiuntivi previsti per un totale complessivo di oltre 2,5 milioni di km che saranno effettuati attraverso l’utilizzo di 280 autobus aggiuntivi, sia aziendali che a noleggio.

L’assessore ha ricordato, in accordo alle prefetture, il ricorso ad autobus privati per potenziare il servizio di trasporto degli studenti, rispettando gli orari differenziati di ingresso e uscita da scuola. Berrino ha quindi illustrato nel dettaglio il numero di autobus aggiuntivi, provincia per provincia, per un costo di 12 milioni di euro da gennaio fino a giugno.

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