La sentenza

Centro sociale Terra di nessuno, il Tar dà il via libera al Comune: “Può essere sgomberato”

Il centro sociale, che occupa gli spazi da 27 anni, ha perso il ricorso contro l'ordine di rilascio. Tursi vuole farne un'isola ecologica

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Genova. Il centro sociale Terra di nessuno perde il ricorso al Tar della Liguria contro l’ordine di rilascio che gli era stato recapitato dal Comune di Genova nell’ottobre del 2019 e quindi può legittimamente essere sgomberato. Obiettivo di Tursi è quello di fare al posto dello storico centro sociale di via Bartolomeo Bianco nel quartiere del Lagaccio, che proprio in questi giorni ha celebrato il suo 27esimo compleanno, un’isola ecologica.

Secondo il Comune di Genova il centro sociale non avrebbe versato negli ultimi anni circa 7 mila euro di canoni di affitto né avrebbe risposto alle richieste in tal senso dell’amministraazione.

Gli accordi sugli spazi sociali in città con le amministrazioni che si sono succeduto per tanti anni hanno fatto capo a un’associazione – l’associazione pe la promozione degli spazi autogestiti – promossa e presieduta da don Andrea Gallo che degli spazi sociali si era sempre fatto garante fino alla sua scomparsa nel 2013.

Tuttavia, sostiene il Tar nella sentenza del 12 gennaio “con lettera datata 28 ottobre 2014 e pervenuta il 30 ottobre 2014, l’Associazione per la Promozione degli Spazi Sociali Autogestiti ha allora trasmesso agli uffici comunali una comunicazione di disdetta, dichiarando di “recedere anticipatamente, con effetto immediato, dai contratti di locazione” relativi ai tre immobili in concessione”.

Dopo la disdetta “con lettera del 19 maggio 2016 l’Amministrazione ha invitato il centro sociale “Terra di Nessuno”, che continuava ad occupare i locali, a subentrare nel rapporto concessorio, senza ricevere alcuna risposta”.

Quindi il Tar, pur riconoscendo che “l’immobile è stato effettivamente utilizzato per fornire servizi di rilevante interesse sociale ai giovani e alla cittadinanza in generale” tutela gli interessi il diritto del Comune di Genova a recuperare l’immobile proprio per la scadenza della concessione e il mancato pagamento dei canoni: “Nel caso in esame l’attivazione della tutela recuperatoria pubblicistica si fonda legittimamente sul mancato versamento dei canoni a decorrere dal maggio 2013 e sull’avvenuta scadenza della concessione in data 31 dicembre 2016, ragioni entrambe idonee a sorreggere l’atto”.

Netto il commento del vicesindaco e assessore al Demanio del Comune di Genova Pietro Piciocchi: “Come volevasi dimostrare, ci è stata data la ragione con una sentenza molto netta. Non possiamo tollerare che qualcuno pensi di occupare a sbafo gli immobili di proprietà di tutti i cittadini. Quindi eseguiremo senza indugio la sentenza”.

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