Genova. Chissà se questa sarà davvero la volta buona per l’ascensore di Villa Scassi, l’impianto ad alta tecnologia che collega la parte bassa di Sampierdarena al suo ospedale, inaugurato nel 2016 e fermo ormai da due anni consecutivi senza aver mai funzionato a dovere. Nei prossimi giorni dovrebbe arrivare il verdetto per la riapertura. Sembra un déjà vu, perché esattamente un anno fa usavamo le stesse parole, poi superate dai fatti.
Ad aprire uno spiraglio oggi è stato l’assessore alla mobilità Matteo Campora che ha risposto a un’interpellanza del consigliere Stefano Giordano (M5s) a Palazzo Tursi: “Da dicembre l’ascensore sta funzionando, è in una fase di pre-esercizio. Sul posto è intervenuto l’Ustif – l’organo del ministero delle Infrastrutture che supervisiona la sicurezza degli impianti fissi, ndr – che ha redatto un verbale in attesa di essere validato dalla sede di Torino. Entro fine gennaio ci aspettiamo che arrivi questo verbale, e non appena arriverà saremo in grado di avviare questo impianto su cui l’amministrazione ha investito molti soldi“.
La storia dell’ascensore in effetti è travagliatissima. Realizzato da Maspero, era costato 4,3 milioni coperti solo in parte da fondi europei. L’ultimo collaudo, nel dicembre 2019, aveva dimostrato la necessità di ulteriori interventi dopo quasi un anno di chiusura per lavori da parte della Ilset, la ditta che ha in carico la manutenzione, subappaltata a sua volta alla Maspero. A rallentare tutto ci si è messa poi l’emergenza Covid.
Una volta raggiunto l’obiettivo della riapertura la vicenda si sposterà negli uffici legali. Già un anno fa il Comune di Genova aveva diffidato la Ilset e aveva annunciato una richiesta danni, istanza che è stata rimandata proprio per non pregiudicare l’esecuzione dei lavori. “Non entro nel merito se si potessero fare meglio o peggio, di certo le imprese dovevano eseguirli ed è stato chiesto loro di restituire le opere funzionanti – ha precisato Campora in consiglio comunale -. Non appena arriverà il verbale dell’Ustif dovremmo essere in grado di far ripartire l’ascensore”.
L’ascensore di Villa Scassi è un piccolo gioiello di tecnologia, probabilmente unico nell’ambito del trasporto pubblico italiano. La cabina percorre un tratto in orizzontale lungo il vecchio tunnel pedonale, poi sale per 26 metri fino al piano di corso Onofrio Scassi, senza mai doversi staccare dalla fune. Questa è la caratteristica che lo differenzia dell’ascensore di Montegalletto, sopra la stazione Principe. Un meccanismo tanto complesso quanto fragile, visto che dalla data della prima inaugurazione – celebrata nel 2016 dopo nove anni di chiusura – non ha praticamente mai funzionato a dovere.
L’ultimo guasto, quello costato la lunghissima chiusura definitiva, risale a gennaio 2019. Poche settimane prima era stata festeggiata la riapertura con tanto di gaffe davanti alle telecamere. La cabina si era fermata appena iniziato il tratto in salita, poi era tornata indietro con un potente scrollone che aveva messo in imbarazzo anche il vicesindaco Balleari. “Una criticità legata al sistema di allarme – spiegò l’allora assessore alla mobilità – che permette di fermare il mezzo in caso di problemi di sicurezza. Ma il problema è già stato risolto”. Poi ancora un paio di settimane a intermittenza e infine lo stop definitivo.