Emergenze

Alluvioni, la Regione aggiorna il piano: ecco cosa succede quando non c’è l’allerta meteo

L'assessorato alla Protezione civile invia l'aggiornamento del Libro Blu, c'è anche la nuova procedura per gli "eventi non previsti"

Genova, Alluvione 9 ottobre: il day after

Genova. C’è anche una specifica procedura per gli “eventi non previsti” nell’aggiornamento del Libro Blu, predisposto per la prima volta nel 2017, che l’assessorato alla Protezione civile della Regione Liguria ha inviato ai Comuni. Una sorta di vademecum per sapere come comportarsi in caso di criticità, anche quando l’allerta meteo non venisse emanata in tempo.

Lo scenario di “evento non previsto” è spesso legato a fenomeni intensi molto localizzati come temporali, grandinate e trombe d’aria che non possono essere previsti in anticipo, ma più raramente può trattarsi di precipitazioni diffuse che si sviluppano in condizioni di forte incertezza meteorologica. In ogni caso è una situazione in cui non è stato emesso un messaggio di allerta.

Secondo le indicazioni del piano, in questi casi “il sindaco attiva il Coc e il presidio territoriale idrogeologico ai fini di porre immediatamente in essere le fasi operative corrispondenti allo scenario di criticità in atto”. In altri termini, se in assenza di allerta meteo un rio fosse prossimo all’esondazione, bisognerà entrare subito in fase operativa di “allarme”, quella che scatta in automatico all’inizio di una allerta rossa.

I sindaci, dopo aver adottato le misure volte al soccorso e alla salvaguardia della popolazione, dovranno comunicare immediatamente alla Prefettura e alla Regione le criticità in atto sul territorio e, se la capacità di risposta comunale non fosse adeguata, comunicheranno le richieste di prima necessità in termini di uomini e mezzi.

Appena partita la segnalazione verranno avvisati anche gli altri sindaci dello stesso comprensorio idrologico di base, che è l’altra novità prevista dall’aggiornamento del Libro Blu. Il territorio della regione, già suddiviso in cinque zone di allertamento, è stato ulteriormente segmentato in 19 zone. Una classificazione utile per gestire l’emergenza in atto, ma non ai fini delle previsioni che continueranno a tenere conto delle aree denominate con le lettere (A-B-C-D-E).

Se attraverso il monitoraggio si riterrà che l’evento inizialmente non previsto possa durare oltre le 6 ore successive verrà emessa un’allerta meteo, altrimenti si proseguirà con l’attività di monitoraggio.

“Il nostro sistema di Protezione civile – afferma l’assessore Giacomo Giampedrone – è diventato un modello a livello nazionale, grazie alla riforma del sistema varato durante il precedente mandato di questa amministrazione, con l’istituzione di un’unità di crisi regionale in grado di assicurare una risposta decisionale veloce ed efficace in caso di emergenza, con il supporto operativo e tecnico di diverse professionalità all’interno della Sala operativa regionale. Il Libro Blu, che viene periodicamente aggiornato, vuole essere uno strumento per consentire a sindaci e Prefetture di gestire al meglio il rischio meteo, nell’ottica di una cultura di protezione civile diffusa e capillare”.

Nel Libro Blu sono riepilogati anche i principi dell’allerta meteo, che può essere emanata con i tre colori per piogge diffuse e neve, soltanto con giallo o arancione per i temporali; i fenomeni per cui è previsto l’avviso meteo, ossia vento, mare, disagio fisiologico da caldo o freddo;
le cinque zone di allertamento e le tre classi di bacino (piccole 15 kmq, medie fra 15 e 150 kmq, grandi >150 kmq), a cui sono riconducibili diverse tipologie di reazioni a seconda del tipo di precipitazione (i bacini piccoli soffrono i rovesci molto intensi anche se brevi, quelli grandi le precipitazioni continue e prolungate su più ore o giorni); le fasi operative di attenzione, preallarme e allarme, che corrispondono alle diverse modalità con cui gli enti gestiscono il territorio durante la manifestazione degli eventi meteo.

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