Genova. Mezzi pesanti incolonnati costretti a rientrare in Liguria in retromarcia, ore di manovre e una notte passata all’addiaccio per alcuni camionisti. Questi sono alcuni elementi che stanno emergendo in queste ore della notte ad alta tensione vissuta in Valle Stura, nella frazione di Gnocchetto, lo scorso fine settimana, situazione che ha portato alla marcia indietro della provincia di Alessandria che ha fatto rimuovere i new jersey di cemento, per riposizionare le sbarre in chiusura della provinciale del Turchino, come è noto, chiusa per frana “since 2019”.
Venerdì sera, infatti, nonostante tutte le parole spese da istituzioni locali ed enti interessati, si è verificata nuovamente la chiusura contemporanea delle due strade verso il Piemonte, cioè l’A26 e la provinciale del Turchino. Il risultato è stato quello di avere a metà della notte alcuni camion di grosse dimensioni bloccati davanti ai new jersey di Gnocchetto, con conseguente caos. Una situazione che ha portato la necessità di un presidio notturno delle forze dell’ordine, e che si è risolta solamente con la rimozione, arrivata alla mattina, della barriera, sostituita dalle “vecchie” sbarre di ferro.
Come previsto dai cittadini, quindi, la decisione della provincia di Alessandria, vissuta da molti come “ripicca” dopo le aperture “spontanee” delle barriere da parte di cittadini esasperati nei confronti di una situazione che va avanti da quasi 14 mesi, ha generato il caos, diventando per la sua assurdità un caso nazionale. Dopo i media locali, infatti, la situazione è diventata oggetto di documentazione anche di trasmissioni nazionali, in ultimo del tg satirico Striscia la Notizia, la cui troupe è attesa in valle nelle prossime ore. Ma non solo: i cittadini hanno depositato un esposto, mentre il ministro De Micheli sta cercando di accelerare sul passaggio di competenze tra provincia di Alessandria, con lo zero in bilancio e quindi impossibilitata a intervenire, e Anas, passaggio invece recentemente posticipato di mesi. La soluzione potrebbe essere quella spacchettare la tratta, anticipando il cambio solamente per il tratto della frana, in modo da permettere ad Anas di intervenire. Ma le tempistiche sono ancora incerte. L’unica cosa certa è che la gestione della cosa pubblica all’italiana ha dato ancora un volta il peggio di sé, e questa brutta figura resterà irrecuperabile.