Genova. Un serpentone interminabile di camion sulla strada Guido Rossa, sulla rotonda San Giovanni d’Acri, sul ponte del Papa che attraversa il Polcevera alla foce. Ancora una mattinata da incubo per i trasportatori – e per gli altri cittadini interessati dalle ripercussioni – alle prese in questi giorni non più con la neve o le chiusure autostradali, ma coi rallentamenti all’ingresso dei terminal nel porto di Sampierdarena che hanno mandato in tilt tutte le vie di accesso.
Già ieri sono arrivati i primi disagi, oggi la situazione è ulteriormente degenerata. Decine e decine di mezzi pesanti si sono incolonnati in attesa di entrare ai terminal Imt (Gruppo Messina) e San Giorgio. Dagli uffici di Messina la spiegazione è che “per fortuna in questi giorni i volumi di traffico sono cresciuti in maniera straordinaria grazie alla peak season legata all’aumento delle spedizioni nel periodo natalizio”. La fortuna dei terminalisti, evidentemente, non è quella dei camionisti che devono scendere dai mezzi per sbrigare le pratiche sul carico da consegnare. Durante queste operazioni si accumulano altri camion a monte ed è così che il sistema collassa.
“È una situazione invivibile – sbotta Gioacchino D’Andria, presidente di Fai Conftrasporto Genova -. C’è una fila di macchine indescrivibile. La gente ci chiama, urla, sono tutti esasperati. Non ce la facciamo più. Ci hanno messo in ginocchio da tutte le parti, prima Autostrade, ora i terminal. Non escludiamo azioni clamorose di protesta”.
In mattinata, dopo la mobilitazione delle associazioni di categoria, il terminal Messina ha deciso di aprire la terza corsia in entrata per smaltire una parte del traffico. “Ci domandiamo perché non l’abbiano fatto prima”, osserva Franco D’Artizio, segretario della Fai genovese. “È evidente che i terminalisti non si sono attrezzati per questi volumi di traffico e non hanno fatto investimenti adeguati”.
Così questa mattina i tir sono rimasti incolonnati su entrambi i lati della Guido Rossa, con la rotatoria di Cornigliano completamente bloccata, ma anche in lungomare Canepa nel tentativo (vano) di utilizzare il varco Etiopia. Per una sorta di effetto catena, a pagarne le spese sono anche due terminal del gruppo Spinelli, il cosiddetto Erzelli 2 (nella foto sotto, l’entrata deserta) e il Rebora, i cui ingressi sono a loro volta bloccati dalla coda di mezzi pesanti in attesa di raggiungere il Messina e il San Giorgio. Lo stesso scenario potrebbe ripresentarsi nei prossimi giorni.
Un pasticcio generato probabilmente dal boom di traffici – complice anche l’aumento di commercio online – ma soprattutto da vecchi problemi irrisolti: la mancanza di un autoparco, l’assenza di un varco ulteriore a Ponente, ma soprattutto la mancanza ad oggi di un sistema telematico per snellire le procedure all’entrata dei terminal.
L’applicazione è in corso di sviluppo con la regia dell’Autorità di sistema portuale e, da quanto riferiscono i trasportatori, sarebbe già in fase avanzata tanto da poter entrare in funzione subito dopo Natale. Nel frattempo, però, trionfano ancora la carta, la burocrazia, le lungaggini, il traffico. E la rabbia dei trasportatori.