Genova. Lo Skytram? “L’ennesimo progetto-fuffa”. È un fiume in piena Roberto D’Avolio, presidente del Municipio Media Valbisagno, quando emergono i dettagli di quello che dovrebbe essere il sistema di trasporto veloce per l’unica direttrice cittadina sprovvista di mezzi su ferro, secondo la proposta di Itinera-Alstom scelta da palazzo Tursi.
“Anzitutto chiederò di vedere il progetto completo, perché non ce l’hanno mai inviato – precisa D’Avolio – ma da quanto riusciamo a capire l’impatto visivo sarà molto alto e i treni passeranno davanti alle finestre. Mi lascia perplesso che ci sia una stazione ogni 800 metri. E poi si rischia di avere due sistemi di trasporto sovrapposti, lo Skytram e il filobus, con un servizio addirittura sovradimensionato per la vallata. I costi di gestione rimarranno sulle nostre spalle”.
Di certo non si può dire che l’idea sia economica: l’investimento ammonta a 579 milioni che potrebbero essere finanziati tutti dalle imprese che avanzano la proposta (ma in quel caso il Comune dovrebbe pagare un sostanzioso canone annuale per coprire i costi di gestione) o concessi per metà dal governo, con la speranza di attingere al recovery fund. Aggiungendo i 470 milioni dei quattro assi filoviari – compresi 145 veicoli – si tratterebbe di cifre mai viste così concentrate a Genova.
Ma il progetto nasce già in un coro di critiche. Anche perché la vallata non finisce a Molassana, dove è previsto il capolinea della metropolitana sopraelevata. “Aspettiamo con ansia che il comune di Struppa venga annesso alla Grande Genova per avere un progetto di trasporto pubblico veloce che copra tutta la Valbisagno”, ironizza D’Avolio che si fa portavoce della rassegnazione di chi “avrebbe appoggiato molto l’idea dello Skytram“, cioè quelli che abitano più lontano dal centro, e che invece rimangono a bocca asciutta.
Ieri, però, il consiglio comunale ha approvato all’unanimità (compresi quindi i voti del centrodestra) un ordine del giorno presentato dal consigliere Pd Alberto Pandolfo che impegna la giunta a inserire nella “lista della spesa” per il recovery fund la “realizzazione di una linea di trasporto pubblico locale nella Val Bisagno che metta in collegamento il centro cittadino dalla stazione di Genova Brignole fino all’estremo confine della città, ossia fino al quartiere di Prato“. Un atto volutamente politico che al momento resta sulla carta, perché aumentare i chilometri vorrebbe dire aumentare ancora i costi stimati che sono già pesanti.
“Penso che sia uno scempio”, commenta in estrema sintesi Massimo Ferrante, presidente del Municipio Bassa Valbisagno che ospiterà la prima parte del tracciato, quella sulla sponda destra del torrente fino allo stadio. Da queste parti le amministrazioni di centrosinistra avevano sostenuto (inutilmente) la scelta del tram (al suolo) come soluzione unica per il trasporto pubblico, anche con la possibilità di sfruttare la sponda sinistra, lo stesso che farà lo Skytram ma con piloni larghi 2 metri e alti 9 considerando il piano dei binari rialzati.
Il progetto proposto da Alstom dovrebbe ricalcare in parte il modello Axonis, un sistema di trasporto leggero sopraelevato che promette tempi rapidi di realizzazione (3-4 anni, nel caso di Genova sarebbero quasi 5), tecniche di costruzione poco invasive con utilizzo di impalcati prefabbricati e la possibilità di trasportare fino a 45mila passeggeri all’ora anche se per la Valbisagno si parla di 5-6mila con previsioni massime fino a 10mila. Il vero problema, al momento, sarà trovare i soldi. E fino ad allora non sarà detta l’ultima parola.