Genova. Il caso è montato sui gruppi Facebook e in pochi giorni l’intero quartiere ha alzato le barricate. Salita Vecchia Nostra Signora del Monte, la storica creusa che dalla parte bassa di San Fruttuoso sale fino al santuario, dovrà essere asfaltata in maniera provvisoria per consentire l’accesso di mezzi pesanti al nuovo cantiere aperto all’istituto Fassicomo. A confermarlo è il vicesindaco con delega ai lavori pubblici Pietro Piciocchi, ma nel frattempo la Soprintendenza ai beni culturali – che non ha mai autorizzato l’operazione – chiede garanzie obbligatorie su quella che a tutti gli effetti è una strada vincolata.
All’origine dello scontro c’è la decisione dell’istituto Fassicomo di ricavare 37 abitazioni privati nei locali un tempo adibiti a officine meccaniche. L’area è stata ceduta a un’impresa di Bergamo, la Dmore Real Estate Industria 4.0, che ha ottenuto dal Comune il cambio di destinazione d’uso e le autorizzazioni preliminari per iniziare i lavori. Ma per accedere al complesso edilizio ci sono solo due strade possibili: da una parte via Imperiale passando da via Donaver, dall’altra – appunto – la mulattiera che porta alla Madonna del Monte. Che ovviamente non è adatta al transito di camion e betoniere.
“Purtroppo non è possibile utilizzare via Donaver perché su quella strada ci sono problemi di staticità – spiega il vicesindaco Piciocchi – quindi i nostri uffici hanno concesso la possibilità di usare salita Vecchia di Nostra Signora del Monte. Ma al termine dei lavori l’impresa avrà l’obbligo di ripristinare tutto allo stato originale. Ci siamo anche raccomandati che vengano affissi cartelli per spiegare che la creusa tornerà com’è oggi”.
In effetti non si tratterebbe di una semplice asfaltatura. “Noi ci siamo adoperati per la tutela massima della creusa, costringendo l’impresa a stendere un tappetino protettivo sul quale sarà collocato uno strato di asfalto provvisorio”, spiega Piciocchi. Come spiega la direzione strade la salita verrà ricoperta con un rivestimento in tessuto non tessuto, un materiale industriale abbastanza spesso da salvaguardare la pavimentazione storica.
Su questo strato inferiore verrà poi realizzato un massetto di cemento e ancora sopra la gettata di asfalto su cui passeranno i mezzi per entrare in cantiere. “In questo modo evitiamo che il passaggio di mezzi pesanti possa arrecare danno. Al termine dei lavori verrà tutto rimosso. Nei prossimi giorni mi farò carico di sottoporre questa soluzione agli uffici della Soprintendenza”, aggiunge Piciocchi. La stessa tecnica è stata usata per esempio in salita della Misericordia, dove è in corso la costruzione di appartamenti.
A eseguire l’operazione, come risulta anche al distretto della polizia locale di Marassi, dovrebbe essere Aster nella settimana dell’Immacolata – il cartello che rammenta il divieto di sosta parla di lavori lungo la salita a partire dal 7 dicembre – ed eventuali danni futuri alla mattonata e al selciato dovranno essere risarciti dalla Dmore Real Estate, cioè l’immobiliare che realizza l’intervento sui locali del Fassicomo. I tempi per la rimozione dell’asfalto non sono ancora noti e domani è previsto un incontro tra i responsabili della ditta e i tecnici del Comune.
In tutto questo, però, la Soprintendenza sostiene di non essere mai stata informata. “Dobbiamo avere le garanzie su come verrà fatto il lavoro e anche il ripristino”, fa sapere una fonte interna precisando che i lavori non potranno partire finché non verrà visionato e approvato il progetto. La versione di Tursi, invece, è che non fosse necessaria alcuna autorizzazione perché si tratta di un intervento provvisorio che ha proprio l’intento di preservare la creusa, e comunque inevitabile, visto che i mezzi non potrebbero usare percorsi alternativi.
Gli abitanti di San Fruttuoso, dal canto loro, minacciano di passare alle azioni legali e hanno già aperto, con un gruppo di residenti guidati da Germano Sorice, una petizione online “per risparmiare a Salita Vecchia la vergogna di colate di cemento, di polveri e fumi e frastuono e motori fra il silenzio delle antiche palazzine. Per risparmiare soldi e tempo si preferisce deturpare una strada storica piuttosto che investire qualche risorsa in più per evitare lo scempio definitivo in una salita già soggetta, in passato, a diversi altri episodi di mala edilizia mai risolti“.
Da queste parti, infatti, è ancora aperta la ferita dell’autosilos da 100 posti macchina che avrebbe dovuto vedere la luce proprio nei pressi dell’istituto Fassicomo, operazione autorizzata in extremis dalla giunta Vincenzi prima che entrassero in vigore le nuove norme urbanistiche.
Una volta sbancata la collina la ditta che aveva rilevato il terreno era fallita e al quartiere sono rimasti solo i continui smottamenti del versante mai messo in sicurezza. Il timore è che possa succedere di nuovo, anche perché la mulattiera che verrebbe interessata dall’asfaltatura porta ancora i segni di quel vecchio cantiere abbandonato che già l’aveva danneggiata.
L’alternativa a salita Vecchia di Nostra Signora del Monte sarebbe la strada carrabile che si inerpica tra i palazzoni di San Fruttuoso. Ma a valle di via Imperiale il problema di via Donaver – oltre al fatto che è più lunga e tortuosa, e perciò scomoda per i mezzi edili, a meno di non imporre numerosi divieti di sosta – è un muraglione pericolante che impedisce il transito di veicoli con peso superiore alle 3,5 tonnellate, limite al quale i tecnici di Tursi non intendono derogare per questioni di sicurezza.
A muoversi in questi giorni per fare luce sulla vicenda è stato anche il presidente del Municipio, Massimo Ferrante: “Che il Fassicomo avesse chiesto una variante al Puc lo sapevamo, anche se eravamo scettici per lo scempio già realizzato negli anni scorsi sul versante, ma dei lavori in salita Vecchia non sapevamo nulla perché le autorizzazioni vanno chieste direttamente al Comune – spiega -. Nessuno ci ha informato, ma questo ormai non ci stupisce più da parte di questa amministrazione. Quella strada è vincolata ed è stata restaurata di recente, perciò serve un’autorizzazione per asfaltarla. E i cittadini hanno assolutamente ragione a lamentarsi. Noi chiediamo comunque che vengano valutate alternative viarie“.
Al momento, comunque, ciò che si profila è un potenziale braccio di ferro tra Soprintendenza e Comune. “Faremo un passaggio con loro per scrupolo, ma non hanno competenza su quell’intervento”, ribadisce Piciocchi. Il rischio per l’amministrazione di Tursi, se le autorizzazioni venissero revocate o comunque ridiscusse proprio adesso, è che la proprietà apra un contenzioso e si appresti a chiedere i danni per il mancato avvio dei lavori nei tempi previsti.
La mobilitazione di San Fruttuoso intanto è scattata online e non manca chi fa notare che già oggi la creusa è maltrattata dalle numerose auto parcheggiate nonostante il divieto che consente l’accesso solo ai veicoli diretti ai passi carrabili. Tra poco, con uno strato di asfalto a coprire tutto, la cattiva abitudine prenderà il sopravvento. E qualcuno potrebbe anche chiedere e ottenere che rimanga così per sempre.