Genova. Continua a tenere banco il tema della proroga delle concessioni demaniali nel Tigullio orientale dopo che i sindaci di Chiavari, Sestri Levante, Lavagna, Moneglia e Zoagli hanno annunciato di apprestarsi a prorogare di un solo anno le concessioni.
“Ci tengo a smentire il luogo comune per cui si sente dire che sarebbe impossibile applicare una legge dello Stato, perfettamente vigente, che non solo non è mai stata cassata dagli unici organi deputati a farlo, ma anzi, è rimasta finora sempre e univocamente considerata valida da tutte le sentenze e le decisioni della giustizia amministrativa”, commenta il referente dei Balneari per Cna Liguria e Genova, Alessandro Riccomini in accordo con le altre associazioni di categoria. La legge in questione è la 145 del 2018, che sancisce l’estensione delle concessioni demaniali fino al 2033. Legge che è finita nel mirino dell’Unione europea che, di fatto, la ritiene in contrasto con la direttiva Bolkenstein.
“Sono ottimista poiché i sindaci dei Comuni del Tigullio orientale hanno dichiarato di seguire la linea del Comune di Genova – specifica Riccomini -. A tal proposito lo scorso 15 dicembre a Palazzo Tursi è stato approvato l’ordine del giorno che impegna il sindaco e la giunta ad esprimere una netta condanna rispetto all’atteggiamento dell’Ue che si rifiuta di riconoscere la specificità e l’importanza del settore turistico – balneare. L’odg (passato con 33 voti favorevoli e 5 astenuti tra M5S e Gruppo Misto) invita la Giunta comunale a farsi portavoce presso la Regione affinché la problematica possa essere portata all’attenzione della Conferenza Stato Regioni. E inoltre richiede che al Governo di difendere in sede europea l’estensione delle concessioni, avviando la contestuale riforma del demanio marittimo”.
Il Comune di Genova, preso ad esempio dai sindaci del Tigullio orientale, dal 2019 ha già iniziato a rilasciare le estensioni delle concessioni fino al 2033.
Rimanendo in Liguria, Riccomini cita i casi di Lerici, Taggia e Portovenere che si sono mossi seguendo l’esempio della delibera di Otranto e la linea dettata dai Tar. “I Comuni potrebbero rinnovare le concessioni fino al 2033 adeguandosi alla legge italiana attualmente in vigore e demandando ad una successiva decisione del Governo la durata dell’estensione delle stesse”.