Colpo di scena

Pista ciclabile in Valbisagno, la Lega si schiera contro Bucci: “Fermare il progetto, è pericolosa”

Approvato un ordine del giorno in Municipio, il centrodestra contro il suo stesso sindaco: "Non avete coinvolto i cittadini"

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Genova. Colpo di scena in Bassa Valbisagno: in consiglio municipale è stato approvato un ordine del giorno presentato dalla Lega – primo partito nella maggioranza del sindaco Bucci – che impegna il presidente Ferrante a “chiedere la sospensione della realizzazione del progetto” delle corsie ciclabili d’emergenza, “tenendo in considerazione tutte le criticità che oggettivamente, ad oggi, rendono particolarmente nevralgica la delegazione”. A favore hanno votato anche i consiglieri di centrosinistra e M5s, astenuti solo i due rappresentanti della lista Toti.

Il percorso, che prevede bike lane promiscue sulle strade principali di Marassi e San Fruttuoso, è stato già tracciato negli scorsi giorni in corso Galliera e via del Piano, mentre mancano ancora all’appello corso Sardegna, via Giacometti e piazza Martinez. I lavori erano partiti il 1° dicembre, solo un giorno dopo la commissione municipale in cui l’assessore Campora aveva illustrato il progetto.

“Vi sono forti perplessità sul percorso così come individuato dal Comune di Genova”, attacca la Lega in Bassa Valbisagno che elenca diversi motivi. Anzitutto la “pericolosità” della pista ciclabile che “non prevede corsie separate per i ciclisti”. Tra i punti critici ci sarebbero il nodo di piazza Giusti, l’incrocio tra via Moresco, corso Montegrappa, via Castelfidardo e via Canevari, la svolta da piazza Terralba a via Torti.

Inoltre, rileva il Carroccio, è stata “ignorata la realizzazione del parco che verrà realizzato all’interno dell’ex area mercato di corso Sardegna, per il quale questo Municipio ha già approvato un ordine del giorno volto alla presenza di piste ciclabili che l’attraversino”. E poi preoccupazione per il fatto che il cantiere per lo scolmatore del Bisagno porterà mezzi pesanti in zona e quindi nuovo traffico.

Il “no” alla pista ciclabile d’emergenza, insomma, mette d’accordo tutti. Perché anche la maggioranza in Municipio, targata Pd come il presidente Massimo Ferrante, aveva bollato quei percorsi come “pericolosi” perché “non tuteleranno i ciclisti urbani e si scontreranno con la sosta selvaggia”.

E il mal di pancia per non essere stati interpellati è condiviso pure dalla Lega (e da buona parte del centrodestra, che ha votato il documento) perché “questo Municipio non ha avuto la possibilità di partecipare costruttivamente al progetto” e “anche i cittadini e le associazioni locali non sono state coinvolte nel progetto”.

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