Genova. Il sindacato Usb del porto di Genova chiede che il nuovo piano organico del porto sia più corposo e completo di quello attualmente in scadenza, che sia discusso con i delegati e presentato a tutti i lavoratori del porto.
Un piano che definisca organici dettagliati, contratti applicati, previsioni di utili in rapporto alla produttività del porto di Genova per ogni singolo terminal e che di fronte a previsioni di utili prevede anche nuova occupazione e stabilizzazione dei contratti.
Il piano dell’organico del Porto, che in base alla legge 84/94, ha valenza biennale e scade questo mese. Per il sindacato il piano attuale dell’organico del porto di Genova, al contrario di quello per esempio redatto dall’autorità portuale di Trieste, sarebbe poco più di un pro forma per rispettare gli obblighi di legge, senza contenere informazioni fondamentali.
Per esempio “manca la ricognizione e analisi dei fabbisogni lavoratori che costituisce lo scopo strategico del piano e dalla qualche dovrebbero discendere i piani operativi di intervento”. Se c’è qualche numero relativo alle previsioni di avviamento della Culmv, dice il sindacato “non un solo numero viene fornito per le imprese terminaste”.
Non solo: “Non ci sono dati di previsione dei traffici né per il sistema portuale nel complesso, né per i due porti di Genova e Savona” e “neppure per ogni singolo terminal ad eccezione delle rinfuse solide di Genova, settore in dismissione.“. Nel testo – attacca ancora Usb – “non figurano analisi né soprattutto previsioni di sorta dei traffici futuri né degli impatti occupazionali”. Un piano che Usb definisce “indecente”. “
Quali sono gli organici attuali e futuri di ogni terminalista – si domanda Usb – rispetto ai piani di impresa presentati per ottenere le concessioni e le proroghe?”. “Rivendichiamo nuova occupazione nei terminal e della Culmv – scrive Usb – la stabilizzazione dei contratti a tempo determinato e part time e dei lavoratori interinali, standard formativi, riconoscimenti delle professionalità, miglioramento degli orari e delle condizioni di lavoro e di sicurezza”.