Genova. Binari nuovi, problemi vecchi. Il prolungamento della metropolitana in Valpolcevera dall’attuale capolinea di via Brin a via Canepari, appena aggiudicato alle imprese Conpat-Research, rischia di partire azzoppato per le criticità idrogeologiche di un piccolo rio nascosto sotto le case di Certosa. È quanto ha evidenziato la direzione mobilità del Comune di Genova dopo le osservazioni emerse durante la conferenza dei servizi.
In pratica, con allerta meteo arancione o rossa, il servizio della metropolitana dovrà fermarsi a Brin. E questo accadrà finché non saranno avviati e completati i lavori di messa in sicurezza del rio Maltempo, un breve corso d’acqua dal nome evocativo che parte dalla collina sopra via Piombelli, si infila sotto i palazzi (creando non pochi problemi che avevamo documentato qui) e sfocia nel Polcevera sotto via Perlasca. Attualmente il piano di bacino colloca la nuova stazione in fascia A, quella a massimo rischio di esondazione, ragione per cui i treni non potranno raggiungerla in condizioni di elevato pericolo alluvionale.
Al momento è in corso la progettazione dell’opera che prevede l’ampliamento e la regolarizzazione delle sezioni trasversali dell’intero tratto tombinato per ottenere l’altezza utile necessaria al deflusso della portata duecentennale. Per i lavori veri e propri serviranno almeno 13 milioni di euro che ad oggi non sono finanziati e che Tursi spera di racimolare nel pacchetto stesso dei fondi per la metropolitana.
L’intervento dovrebbe durare circa tre anni, mentre il prolungamento della linea, da progetto definitivo, è previsto in funzione a partire da luglio 2023. Il rischio, insomma, è quello di non fare in tempo a rendere la nuova stazione Canepari sicura dalle alluvioni.
Per l’assessore comunale alla mobilità Matteo Campora si tratta però di un “grande risultato” perché “riusciamo a raggiungere nello stesso tempo due obiettivo, prolungare la metropolitana e mettere in sicurezza il rio Maltempo che era stato dimenticato da tutte le amministrazioni finora. È la prima volta che questo accade in Valpolcevera”.
Un rischio simile, in realtà, riguarderebbe anche l’estensione a San Fruttuoso, ma in questo caso i tempi sono diversi. Se la stazione Martinez entrasse in funzione oggi senza l’accesso pedonale dal ponte di Terralba – che verrà affidato e realizzato in una seconda fase – in allerta arancione il servizio arriverebbe fino a Brignole, in allerta rossa si fermerebbe a De Ferrari (come accade già oggi) secondo le prescrizioni dell’Ustif, che è l’organo del ministero dei Trasporti preposto agli impianti fissi.
A breve, tuttavia, dovrebbe diventare pienamente efficace la variante al piano di bacino che colloca l’ultimo tratto della Valbisagno in fascia B anziché in fascia A, comportando quindi un declassamento del rischio alluvionale. A quel punto uscirebbero dalla “zona rossa” entrambe le stazioni, Brignole e Martinez.
Perché questo accada mancano solo i collaudi della nuova copertura della Foce (cantiere ancora in corso) e dello scolmatore del Fereggiano (di fatto già in funzione), attesi entro pochi mesi. Il via libera per cambiare il piano di bacino arriverebbe a prescindere dalla messa in sicurezza dei rii Rovare e Noce, che tuttavia più volte hanno allagato San Fruttuoso e che dovranno essere allacciati allo scolmatore del Fereggiano.
leggi anche

Metropolitana, aggiudicati i lavori per Canepari e Martinez: obiettivo primo cantiere nel 2020

Certosa, torna l’incubo del rio Maltempo: frana incombe su copertura alveo. A rischio un condominio
