Le indagini

Inchiesta Autostrade, Castellucci indagato anche per il crollo della galleria in A26

Il Riesame ne dispone la scarcerazione per la vicenda delle barriere ma sottolinea: "la persistente totale mancanza di scrupoli per la vita e l’integrità degli utenti delle autostrade"

crollo galleria a26

Genova. Nel giorno in cui il tribunale del Riesame decide la scarcerazione di Giovanni Castellucci, ai domiciliari dopo l’arresto nell’ambito nell’inchiesta della Procura di Genova sulle barriere fonoassorbenti, si apprende che l’ex Ad di Aspi è indagato, sempre dalla procura di Genova anche per la vicenda delle gallerie, inchiesta aperta dopo il crollo della volta della galleria Bertè in A26 la Genova – Gravellona Toce il 30 dicembre dell’anno scorso. Quella sera caddero oltre due tonnellate di cemento, nessun mezzo rimase coinvolto.

A seguito di quell’episodio partì una nuova inchiesta su Aspi e scattarono controlli sulla rete che portano a interventi di manutenzione che hanno causato code chilometriche e danni economici per circa un miliardo e la pratica è sul tavolo del ministero dei Trasporti.

Il fascicolo sulle gallerie vede indagate una decina di persone tra le quali anche l’attuale direttore di tronco Mirko Nanni. Le accuse sono, a vario titolo, di attentato alla sicurezza dei trasporti e falso. Secondo gli investigatori del primo gruppo della guardia di finanza, coordinati dal procuratore aggiunto Francesco Pinto e dal sostituto Stefano Puppo, anche per le gallerie gli ex manager avevano fatto scarse manutenzioni per poter contenere i costi.

Intanto dalle carte del Riesame sull’inchiesta per le barriere fonoassorbenti emerge “la persistente totale mancanza di scrupoli per la vita e l’integrità degli utenti delle autostrade condotte volte tutte a una poliedrica e persistente politica di profitto aziendale”, si legge in riferimento proprio a Castellucci.

Inoltre per il Riesame “non può neppure dirsi che le condotte illecite siano state da lui tenute solo nell’interesse di terzi in quanto i soddisfatti azionisti di maggioranza avevano modo di compensarlo adeguatamente” (dal 2010 un milione e 250 mila euro lordi come ad di Aspi, 750 mila per il ruolo in Altantia oltre alla partecipazione “ai piani incentivi triennali”).

Per il riesame Castellucci aveva “piena consapevolezza della inadeguatezza e pericolosità delle barriere Ingautos così come progettata la loro messa in opera da Aspi”, ma il giudizio dei magistrati genovesi non è in questa fase nel merito delle responsabilità dell’ex ad bensì soltanto delle esigenze cautelari.

Visto che Castellucci dal settembre del 2019 non ricopre più alcun incarico nelle società del gruppo il Riesame ne ha disposto la scarcerazione visto che non sussiste il pericolo di reiterazione del reato e “neppure viene ritenuto attuale e sufficientemente concreto il pericolo di inquinamento probatorio”. Per questo il tribunale “ritiene utile una protratta e articolata misura interdittiva”. La misura interdittiva dagli incarichi pubblici è stata disposta per un anno.

Per i legali di Castellucci Adolfo Scalfati e Carlo Longari “i contenuti relativi alla pretesa responsabilità a carico dell’ingegnere Castellucci, riferiti nell’ordinanza del tribunale, rappresentano una valutazione puramente indiziaria e non costituiscono un giudizio di merito il quale sarà affidato al giudice del dibattimento dinanzi al quale il dottor Castellucci dimostrerà la sua piena estraneità ai fatti”.

“Si rimarca, inoltre – dicono i legali –  che le valutazioni indiziarie espresse dal tribunale del riesame sono il frutto delle sole produzioni e articolazioni accusatorie: la difesa – continuano di difensori – ha chiesto al tribunale esclusivamente di valutare se l’arresto fosse misura compatibile con la posizione dell’ingegnere Castellucci e non anche di riesaminare il merito della vicenda considerata l’impossibilità, nei tempi così brevi della procedura di riesame e dinanzi ad un dossier accumulato dall’accusa in un anno d’indagini, di dedurre argomenti e produrre documentazione contrari”.

Sempre dalle carte del Riesame emerge anche un’accusa di tentata truffa sempre nell’ambito dell’inchiesta sulle gallerie. Secondo la procura di Genova il reato si configura a causa delle spese per rimediare agli errori di progettazione delle barriere fonoassorbenti fatte passare come migliorie. Nel fascicolo risulta indagato l’ex amministratore delegato di Aspi e di Atlantia Giovanni Castellucci. Secondo l’accusa, la vecchia gestione di Aspi avrebbe così ottenuto un tornaconto economico per diminuire i debiti assunti verso lo Stato con la sottoscrizione della Convenzione unica.

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