Genova. Hanno portato decine di palloncini rossi in piazza De Ferrari e ci hanno appeso le chiavi delle loro attività, chiuse da mesi per l’emergenza coronavirus, esponendo un grido di dolore: “Non vogliamo consegnare le chiavi dei nostri sogni”. È la protesta organizzata questa mattina dall’Associazione Sport Liguria, realtà che riunisce oltre 200 tra palestre, centri fitness, scuole di danza e arti marziali.
“Siamo stati dimenticati – spiega Dario D’Acierno, titolare di una palestra a Genova -. Il nostro destino è appeso a un filo e il palloncino è la rappresentazione di questo. Appenderemo le nostre chiavi ai palloncini e chiederemo a Toti aiuti per le nostre strutture, che nella nostra regione non sono mai arrivate a differenza di altri. Chiediamo la riapertura delle nostre attività, le palestre sono luoghi sicuri dove si fa prevenzione”.
Alcune attività, nel frattempo, non ce l’hanno fatta e hanno dovuto chiudere. “I pochi aiuti sono arrivati dopo 6-7 mesi e questo ha impedito a molti centri di riaprire”, spiega D’Acierno. In crisi anche le scuole di danza, come racconta Alessandra Gabbi che ne dirige una in città: “Abbiamo investito in opere di sanificazione e tecnologie per permettere a tutti i nostri allievi di seguire le lezioni online. Questa però non può essere un’alternativa valida per molto tempo. Dobbiamo ripristinare il concetto che l’arte, come la danza e lo spettacolo, è un bene pubblico. Crediamo che queste soluzioni siano ingiuste e incongruenti, ma non veniamo mai ascoltati”.
Dopo la manifestazione i rappresentanti dell’associazione hanno incontrato l’assessore allo sport della Regione Simona Ferro. “Abbiamo chiesto risposte e avere qualche piccola certezza sulla nostra riapertura dopo il 7 gennaio – ha riferito al termine Roberto Semino, presidente dell’Asl – e abbiamo chiesto fondi che non siano solo un’elemosina”.
“Far riaprire i centri sportivi in estate non ha portato alcun giovamento alle nostre realtà, soprattutto sulla danza che di solito è attiva da settembre a giugno. I ristori sono stati insufficienti, anzi, abbiamo ricevuto tutti il saldo della Tari per 12 mesi pur essendo rimasti aperti per pochissimo tempo. Almeno su questo pretendiamo un trattamento diverso. L’assessore si è impegnata a far avere il nostro documento a Toti e a incontrarci di nuovo”, ha concluso Semino.