Genova. La Liguria è, insieme a Lazio e Veneto, tra le tre regioni classificate ad alto rischio nell’ambito dell’emergenza pandemica da Covid secondo l’Istituto superiore di Sanità. Lo evidenzia, nel giorno delle attese misure in vista del Natale, la bozza del monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute.
Tredici regioni sono classificate a rischio moderato, di cui due (Marche e provincia autonoma di Trento con probabilità elevata di progredire a rischio alto nel prossimo mese nel caso si mantenga invariata l’attuale trasmissibilità. Cinque regioni sono classificate a rischio basso.
Classificazione contestata però dal presidente Giovanni Toti che parla di “un giudizio falsato nei presupposti” a causa di un “metodo che contestiamo da molto tempo e che non tiene conto delle quantità ma delle variazioni percentuali”. Il giudizio negativo sarebbe da attribuire a una variazione della percentuale dei tamponi positivi che passano da 8,6% a 8,7%. Sono ancora sopra i valori di soglia però i posti occupati in terapia intensiva (33%) e quelli negli altri reparti Covid (46%).
“Nella settimana di monitoraggio si continua ad osservare nella maggior parte delle Regioni e Province autonome un rischio Moderato o Alto con solo cinque Regioni a rischio basso di una epidemia non controllata e non gestibile. Questo andamento richiede rigore nell’adozione e rispetto delle misure evitando un rilassamento nei comportamenti”, si legge nella bozza che si riferisce principalmente al periodo dal 25 novembre all’8 dicembre.
L’incidenza di Covid-19, in Italia, negli ultimi 14 giorni, è passata a 374,81 per 100.000 abitanti nel periodo 30 novembre-13 dicembre (da 454,70 per 100.000 abitanti nel periodo 23 novembre 6 dicembre).
Nel periodo 25 novembre-8 dicembre 2020, inoltre, l’indice di trasmissibilità Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,86, in salita rispetto allo 0.82 del monitoraggio della scorsa settimana. Ancora da capire l’Rt medio preciso della Liguria.
Uno dei principali problemi del momento secondo l’ss è che in tale quadro epidemiologico diventa ancora impossibile ripristinare il tracciamento dei contagi. Il valore dei tamponi su quello dei positivi è “ancora lontano da livelli che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e dei loro contatti”.