Genova. “Credo che non ci sarà bisogno di elementi coercitivi per un vaccino che la maggior parte delle persone sta aspettando con ansia“. Così il presidente ligure Giovanni Toti interviene nel dibattito su un possibile obbligo di vaccinarsi contro il coronavirus dopo che Walter Ricciardi, consulente del ministero della Salute, ha detto di “non escludere” questa ipotesi per quanto invece l’Aifa intenda riservarla ai soli “casi estremi”.
“Non mi risulta che il governo abbia intenzione di renderlo obbligatorio se non in casi specifici“, ha premesso Toti ricordando che la decisione non spetta alla Regione ma al livello nazionale. Alla richiesta di esprimere una posizione, però, si è detto allineato col punto di vista che al momento va per la maggiore: “Di base sono sempre favorevole a non rendere obbligatorie le cose ma ad usare il convincimento e la persuasione”.
“La nostra preoccupazione, semmai, è quella opposta – ha aggiunto il governatore – e cioè far sì che in minor tempo possibile avvenga l’effettiva erogazione di tutti i vaccini che il governo ci consegnerà“. In Liguria arriveranno circa “50-52mila dosi del modello Pfizer a fine gennaio”, ha ricordato Toti, ma si tratta di vaccini riservati al personale delle strutture sanitarie dei 23 ospedali liguri e agli ospiti delle rsa.
Per tutti gli altri verrà stilato comunque un ordine di priorità dal governo ma emergono già i primi numeri relativi alla Liguria. “Immaginiamo che ci saranno circa 500mila dosi del modello AstraZeneca, ma non arriveranno prima di aprile, anche se speriamo che possano anticipare”, ha aggiunto Toti.
Ancora meno chiari al momento gli aspetti logistici della distribuzione che, secondo quanto aveva riferito Toti pochi giorni fa, sarebbero tutti di competenza delle aziende farmaceutiche. “Stiamo parlando di qualcosa che non è stato organizzato prima – avverte Giampaolo Botta, segretario di Spediporto, confermando che al momento il settore delle spedizioni non è stato ancora coinvolto a livello ligure -. Attenzione a non banalizzare l’aspetto della logistica perché si rischia di inciampare in qualcosa di dannoso”.