Genova. Oggi il cielo è di azzurro insolito per essere un giorno di fine novembre ma esattamente un anno fa il risveglio fu completamente diverso, come un mondo parallelo, per la città di Genova e in particolare per la Valpolcevera.
Già nel cuore della notte le forti piogge che avevano, d’altronde, portato a far scattare l’allerta rossa, avevano ingrossato torrenti e rivi, ingolfato i sistemi fognari, e provocato allagamenti a Certosa, Teglia, Fegino per citare solo le zone più colpite.
La pioggia aveva cessato, nelle prime ore del mattino, ma nel corso della giornata i guai si moltiplicarono: i versanti collinari interessati un po’ ovunque da smottamenti, una frana imponente crollò su corso Perrone – isolando 120 abitanti e rendendo ancora più complicata la viabilità già difficile per via dei lavori del ponte – e poi iniziarono a farsi palesi i danni ad abitazioni e attività artigianali e commerciali.

Al Campasso intere abitazioni a piano strada invase dal fango, a Fegino il rio aveva tirato dritto travolgendo fondi e capannoni ed esercizi commerciali, dalle tabaccherie ai pubblici esercizi. Oltre un metro di acqua e detriti portati giù dalla vallata.
Qui a Fegino furono necessari mesi per vedere i primi risarcimenti e tuttora c’è chi chiede un supporto.
Ma soprattutto resta in alto mare il progetto di una diga che possa deviare l’acqua del rio in caso di precipitazioni importanti. L’impressione della popolazione residenti, tutt’oggi, è che se dovesse verificarsi un’altra situazione di quel tipo significherebbe il colpo di grazia per il quartiere e per le sue attività.

Anche tra Certosa e Sampierdarena si erano registrate numerose situazioni di criticità. La giornata si era aperta con l’allagamento del “solito” sottopasso di Brin dove la protezione civile aveva messo in salvo alcune persone intrappolate in un auto sott’acqua.
Al Campasso la tracimazione di alcune vasche e l’acqua fangosa arrivata dalla collina di Belvedere avevano creato altri problemi: diverse famiglie erano state evacuate in via precauzionale potendo fare ritorno a casa solo dopo alcuni giorni.
L’ultima volta che si era verificato un evento meteo di questo calibro, sul fronte delle precipitazioni, era stato il novembre 2016. Arpal aveva messo in allerta la popolazione sull’arrivo di una perturbazione preoccupante ma non era immaginabile che colpisse con precisione soltanto su una porzione così ristretta della città.