Genova. Un quartiere unito e compattissimo nel dolore, ma anche nella voglia di non lasciare sola una famiglia spezzata. Così si presenta Quezzi a poche ore dalla notizia che ha lasciato tutti atterriti: la giovanissima Gaia Morassutti, 16 anni, si è spenta dopo quasi venti giorni di agonia, vittima della follia su quattro ruote in un sabato sera che stava trascorrendo come tanti, su una panchina a chiacchierare con gli amici.
Questa sera in piazzetta Pedegoli si sono riuniti spontaneamente tanti ragazzi che la conoscevano. Hanno osservato un minuto di silenzio davanti al luogo della tragedia, dove ancora si riconoscono i segni della devastazione: le transenne, i resti carbonizzati del motorino andato in fiamme, le panchine distrutte. Ognuno ha portato un fiore, un segno di vicinanza e affetto. Alla fine un lungo e commosso applauso si è levato dalla strada. Il circolo Arci “Nino Barighini” ha esposto un cartello con la scritta “Vola in alto Gaia”.
Ma l’iniziativa degli abitanti di Quezzi, un “paesone” inglobato dalla città sulle alture della bassa Valbisagno, non finisce qui. Al bar Jestin di via Pinetti, a pochi metri da dove viveva Gaia, è stata organizzata una raccolta fondi per la sua famiglia e in particolare per la sorella. Sui gruppi Facebook di quartiere è partita la mobilitazione per dedicarle una targa commemorativa in piazzetta Pedegoli, mentre tanti vorrebbero organizzare una fiaccolata, idea complicata da realizzare per le norme anti coronavirus.
La data e l’ora del funerale non sono state ancora fissate perché il corpo è a disposizione dell’autorità giudiziaria. Il 23enne Luca Bottaro, alla guida dell’auto che ha travolto il gruppo di ragazzi, si trova agli arresti domiciliari e adesso dovrà rispondere di omicidio stradale oltre che di omissione di soccorso come gli altri tre che erano in macchina con lui e sono fuggiti poco dopo l’incidente.