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Turisti e seconde case in Liguria, Toti punta a riaprire per Natale: “Non inciderà sui contagi”

Allo studio una campagna last minute per attirare i turisti e bonus per gli operatori del settore, ma Federalberghi frena: "Non ci sarà ripresa"

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Genova. Liguria aperta ai turisti per le feste natalizie? Le aspettative del settore non sono rosee ma l’obiettivo della Regione è quello. Sempre che entro il prossimo mese si verifichino le condizioni necessarie: rallentamento dell’epidemia in tutti i suoi indicatori e via libera agli spostamenti da parte del governo, ovvero rientro in “zona gialla” per tutti i territori interessati con l’esclusione di misure di rinforzo che restringerebbero gli spostamenti ai soli ricongiungimenti familiari.

“Dopo aver parlato coi nostri epidemiologi e virologi, non riteniamo che l’apertura dei confini regionali sia qualcosa che inciderà molto sulla ripresa della pandemia – ha spiegato il governatore Giovanni Toti interpellato sul tema in conferenza stampa – dal momento che tutti gli Rt, anche se noi siamo più bassi dei nostri vicini, si stanno andando uniformando verso il basso. Immaginiamo che, quando ci sarà l’apertura, l’Rt delle regioni confinanti, da cui arriva il flusso più corposo nelle feste, sia sostanzialmente diverso da quello attuale”.

Quindi via libera a chi arriverà da altre regioni? “Assolutamente sì – ribadisce Toti -. Spero che sia una regola nazionale, salvo ovviamente quei territori che dovessero essere in difficoltà per una recrudescenza del virus. È chiaro che se una regione resterà rossa non si potrà uscire, ma se molte, come spero, dovessero tornare in giallo, da lì ci si potrà muovere”.

La palla resta comunque in mano al governo e la cornice andrà definita col nuovo Dpcm che dovrà sostituire quello attuale in scadenza il 3 dicembre. Fino a quella data la Liguria resterà zona arancione, decisione formalizzata oggi con l’ordinanza del ministro Speranza e condivisa da Toti con un criterio di maggiore prudenza proprio per avere più margini di libertà in seguito: “Ci auguriamo che dal ponte dell’Immacolata si possa tornare a una prudente e mitigata normalità per dare un po’ di respiro alle nostre attività economiche e far passare alle famiglie un Natale sereno”, ha ribadito il governatore.

Intanto sono allo studio le contromosse per recuperare non solo lombardi e piemontesi che sceglieranno magari la seconda casa al mare anziché le vacanze in montagna (che il governo ha tutta l’intenzione di proibire chiudendo gli impianti sciistici) ma anche una parte del turismo italiano e straniero che nel 2019 ha fatto segnare 179mila presenze a dicembre nella nostra regione.

“Stiamo pensando a una campagna last minute per incoraggiare gli arrivi – rivela l’assessore al turismo Gianni Berrino –  ma se dal 3 dicembre non ci sarà la certezza di riaprire non possiamo prendere in giro la gente. Un’altra ipotesi alla quale stiamo lavorando è un mini patto per il lavoro per il turismo invernale, cioè un bonus per gli operatori che assumeranno personale almeno per i primi tre mesi del 2021. Per realizzarlo basterebbe circa un milione di euro dal fondo sociale europeo”.

Molto meno ottimisti gli albergatori che non intravedono alcun segnale di ripresa. “Saranno festività da salutare in famiglia, anche con la riapertura dei confini molti non vorranno spostarsi – evidenzia Gianluca Faziola, presidente di Federalberghi Genova -. Purtroppo ci stiamo avviando a registrare un calo complessivo del fatturato pari al 70% per tutto il 2020″.

Per il periodo di Natale e Capodanno a Genova i numeri non sono mai stati altisonanti e quest’anno rischiano di essere ancora meno buoni con l’annullamento dei grandi eventi in piazza. “Nei cinque giorni a cavallo di San Silvestro l’occupazione delle camere poteva arrivare negli anni buoni al 70% – spiega Faziola – ma anche se riuscissimo a recuperare questi clienti non potremmo certamente parlare di ripresa per il settore. L’unico ritorno alla normalità arriverà col vaccino”.

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