Genova. Un intero quartiere colorato di giallo. Giallo come il sole, luminoso. Com’era lei prima che la sua vita fosse spezzata nel modo più inaccettabile, in una serata come tante, mentre chiacchierava con gli amici in quello che è stato il luogo di ritrovo per generazioni e generazioni di giovani.
Centinaia di persone si sono radunate questa mattina davanti alla chiesa di largo Merlo per il funerale di Gaia Morassutti, la ragazza di 16 anni vittima dell’auto pirata che ha travolto un gruppo di giovanissimi in piazzetta Pedegoli lo scorso 24 ottobre. La giovanissima, rimasta ferita insieme ad altre tre amiche, era stata ricoverata in gravi condizioni per le ustioni riportate dopo essere finita incastrata tra una panchina e un motorino che aveva preso fuoco. Sei giorni fa il suo cuore ha smesso di battere all’ospedale Villa Scassi di Sampierdarena. Lunedì, dopo l’autopsia, è arrivato il via libera per celebrare le esequie.
Tutte le strade di Quezzi oggi si sono tinte del suo colore preferito, quasi una festa in suo onore organizzata dai ragazzi che hanno provato a ricordarla come avrebbe voluto lei, con la gioia di una 16enne nel pieno della vita. Tantissimi palloncini hanno decorato il piazzale davanti alla parrocchia e le vie che salgono lungo la valletta del Fereggiano. Gialli anche i fiori che ragazzi e familiari hanno deposto per renderle omaggio. Sulla bara bianca, una corona di girasoli.
“Ora in cielo brilla una stella in più, ciao Gaietta“, recita lo striscione che le hanno dedicato gli amici, appeso di fronte alla chiesa. Stamattina era arrivata una buona notizia a lenire in parte il dolore di questa comunità: una delle ragazze ferite ha dato alla luce il piccolo Brian, ieri sera all’ospedale Gaslini. Entrambi stanno bene.
L’arrivo della salma nella chiesa di Nostra Signora della Guardia è stato accompagnato dai clacson dei motorini dei coetanei che hanno formato un piccolo corteo. Una classe della sezione musicale del liceo Pertini, la scuola che Gaia frequentava, ha animato la messa con musica e canti. Molte persone non sono potute entrare in osservanza alle norme anti Covid e hanno atteso all’esterno durante la messa.
Poi, dopo la funzione, un lungo applauso ha accolto l’uscita del feretro. Gli amici del suo quartiere e i suoi compagni di scuola le hanno dedicato una canzone, “Sta passando novembre” di Eros Ramazzotti. In silenzio, abbracciandola per l’ultima volta.
“Puoi prendere per la coda una cometa e girando per l’universo te ne vai. Puoi raggiungere forse adesso la tua meta, quel mondo diverso che non trovavi mai. Solo che non doveva andar così, solo che tutti ora siamo un po’ più soli qui“. E su queste note un mare di palloncini gialli è volato via verso il cielo.