Genova. Mercoledì mattina, ore 10.30. A Marassi, il quartiere più popoloso della bassa Valbisagno, è giorno di mercato. Nulla di strano: in zona arancione sono permessi a differenza delle zone rosse. In piazza Galileo Ferraris e via Tortosa i banchi hanno preso possesso della strada: vestiti, borse, pentole, coperte, frutta, verdura, pesce fresco. Mascherina bene indossata e via a fare acquisti, o anche solo a “dare un’occhiata”. Il pubblico forse non è così numeroso come prima della pandemia, ma tutto sommato i clienti non mancano.
Pare tutto normale. Eppure, a ben vedere, qualcosa che non torna c’è. Perché questo livello di affollamento non sembra molto diverso da quello fotografato sabato scorso in via XX Settembre che ha innescato la reprimenda social da parte del governatore Giovanni Toti: “È giusto andare a comprare nei negozi, ma non fare lo struscio, passeggiare con gli amici come se nulla fosse”. E non sembra molto diverso, a dire il vero, da quanto accadeva nei weekend di bel tempo in corso Italia prima che l’ordinanza del sindaco Marco Bucci chiudesse i lungomare cittadini.
“Purtroppo questo è il paese dell’ipocrisia e siamo sempre al centro della strumentalizzazione – ribatte subito Roberto Zattini, presidente genovese di Anva Confesercenti che rappresenta gli ambulanti -. Non è che quando toccano uno bisogna toccare anche gli altri. Ci sono norme che vanno fatte rispettare e possiamo garantire che vengono rispettate”.
In realtà le linee guida per il commercio al dettaglio su aree pubbliche approvate dalla Conferenza delle Regioni – consultabili come allegato al Dpcm del 3 novembre – prevedono la “riorganizzazione degli spazi, anche mediante segnaletica a terra, per consentire l’accesso in modo ordinato e, se del caso, contingentato, al fine di evitare assembramenti di persone e di assicurare il mantenimento di almeno un metro di separazione tra gli utenti”. Ma anche “ove necessario e possibile, ampliamento dell’area mercatale“. Una possibilità, questa, che a Genova non è mai stata attuata.
“Può capitare che ci sia qualche minimo assembramento – ammette ancora Zattini – ma io li vedo anche in altre occasioni. Ad esempio noi alla domenica non possiamo tenere le fiere, che sarebbero fondamentali in questo periodo, mentre ci sono strutture commerciali al chiuso che sono tranquillamente aperte”.
Tuttavia il punto non è stabilire se i mercati rionali siano o meno una fonte di assembramenti. La situazione reale l’abbiamo documentata con foto e video in modo che ognuno possa farsi un’idea al riguardo. Semmai ciò che lascia perplessi, confrontando le immagini di Marassi, è il caso mediatico costruito sulle immagini di via XX Settembre (che ricorda per certi versi la querelle su via Sestri durante il lockdown) e sul presunto “assalto” alle alture della città, che è ancora tutto da dimostrare.
“Questo non è il momento di fare polemiche, diciamo no alla caccia alle streghe – accusa Ilaria Natoli, presidente del Civ Ascom di via XX Settembre -. Noi siamo i primi interessati a tornare in zona gialla e le persone stanno rispettando tutte le regole. Le immagini di via Venti erano abbastanza fuorvianti, di gente ce n’era ma se la distanza è di almeno un metro non c’è alcuna violazione. Se poi vogliamo puntarci un fucile addosso non andiamo da nessuna parte. Se le istituzioni vedono situazioni che non vanno bene non devono fare rimproveri ma fare in modo che questo non accada”.
Il prossimo weekend nelle vie commerciali più frequentate potrebbero arrivare agenti di polizia locale o volontari di protezione civile per tenere sotto controllo la calca. A Marassi, invece, dopo aver assicurato una presenza costante tra i banchi alla fine del lockdown, i vigili oggi si limitano a regolare il traffico veicolare di corso De Stefanis. Anche in questo caso, difficile capire quale sia la differenza.