Alta tensione

Linea dura di Arcelor Mittal: “A causa dei blocchi stop alla produzione a Cornigliano”

Arrivano le lettere di sospensione dal lavoro e dallo stipendio ai lavoratori di Genova

Arcelor Mittal, blocchi al varco contro i licenziamenti

Genova. Sale la tensione nello stabilimento Arcelor Mittal di Genova. L’azienda infatti sceglie la linea dura contro la protesta attiva da ieri nello stabilimento di Cornigliano in seguito al licenziamento di tre operai.

“Il blocco dei varchi di ingresso allo stabilimento di Cornigliano, in atto da ieri mattina per iniziativa di una organizzazione sindacale, impedisce la prosecuzione dell’attività produttiva in condizioni di economicità e sicurezza” annuncia Arcelor Mittal Italia in una nota in cui afferma che “risultano oggettivamente impossibili il trasporto e la consegna dei beni prodotti, il ricevimento dei beni necessari alla produzione e l’approvvigionamento dei beni indispensabili per garantire la sicurezza dei lavoratori e l’ambiente”.

Per l’azienda che si riserva “ogni iniziativa per i gravissimi danni conseguenti a tale illegittima iniziativa, per la quale è già stata interessata l’autorità giudiziaria” prosegue la nota, “lo stato di fatto impone la cessazione di attività operative fino al ristabilimento della situazione di legalità e di normale funzionamento”.

Nel frattempo a Cornigliano è arrivata una prima lettera firmata da Arturo Ferrucci a un lavoratore che viene dichiarato “sospeso dal lavoro e dalla retribuzione” in attesa della richiesta di cassa integrazione.

“Stante l’illegittimo blocco fisico dei varchi di ingresso dello stabilimento – si legge nella lettera firmata da Arturo Ferrucci, direttore risorse umane di Arcelor Mittal Italia – che impediscono l’attività di trasporto e consegna dei beni prodotti, il ricevimento dei beni necessari alla produzione e l’approvvigionamento dei beni indispensabili a garantire la sicurezza dei lavoratori e l’ambiente, non potendosi eseguire l’attività produttiva in condizioni di economicità e sicurezza siamo nella condizioni di non poter ricevere la sua prestazione lavorativa”.

“Al momento si tratta di un’unica lettera – commenta il coordinatore dell’rsu Armando Palombo – a risponderemo con l’invio di una lettera formale di messa a disposizione dell’azienda, visto l’anomalia della lettera stessa che cita la possibilità di accedere alla cassa integrazione che però richiede un iter di 25 giorni anche per ragioni improvvise”.

La situazione è in evoluzione: le lettere stanno arrivando in questi minuti a molti altri lavoratori.

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