Genova. Una chiamata alla piazza per tutti i cittadini e le varie categorie lavorative e sociali di Genova che vogliono manifestare “per tutto quello che non è stato fatto in attesa di questa seconda ondata, prevista da giungo scorso e per uscire dal ricatto tra salute e reddito“.
“Le nostre vite valgono“, questo il titolo della mobilitazione che in queste ore gira in rete, tra social e whatsapp, e che invita ad una grande e allargata presenza di tutti i genovesi sabato prossimo in piazza De Ferrari dalle ore 16,00.
L’invito è accompagnato da alcuni “meme” che mettono nero su bianco le rivendicazioni che saranno portate in piazza, dai mancati investimenti in sanità e trasporto pubblico, alle scelte sbagliate per la scuola, dalla richiesta del reddito di emergenza, alle nuove assunzioni per gli ospedali, dalla sicurezza sul lavoro alla critica della politica economica a favore di grandi aziende che in questa crisi “sono riuscite a rafforzare il loro profitto grazie alla moral suasion di Confindustria sulle istituzioni”.
E ce n’è per tutti. Sotto la foto di Bucci la scritta “Non prendete gli autobus. Perchè non abbiamo potenziato il trasporto pubblico”, sotto quella di Toti “Medici e infermieri lavoreranno ancora senza sosta. Perchè non abbiamo investito sulla sanità pubblica” e sotto quella della ministra Azzolina “Scuole chiuse e didattica a distanza. Perchè non abbiamo fatto nulla per renderle sicure”. Ma non solo: sopra la foto del presidente di Confindustria Bonomi “Ci saranno milioni di disoccupati. Perchè l’interesse di Confindustria viene prima di tutto”.
Ma oltre alle critiche, arrivano anche delle proposte, ora in veste di slogan, da lanciare a nome di tutte le categorie colpite dalla crisi economica legata a questa emergenza sanitaria: “Stop ad affitti e bollette, vogliamo il reddito di emergenza“, “Finanziare la sanità pubblica”, “rafforzare il trasporto per non ammalarci mentre andiamo a lavorare”.
Una chiamata, quindi, rivolta a tutte le categorie lavorative toccate da questa crisi e agli studenti il cui percorso didattico è stato pesantemente compromesso da questo contesto, ma non solo: una manifestazione per tutti coloro che pretendono dalle istituzioni qualcosa di più per garantire diritti e opportunità a tutti, “perchè le nostre vite valgono“.