Inchiesta

Autostrade, arrestato l’ex ad Castellucci: barriere fonoassorbenti “incollate col Vinavil”

Con lui altri cinque ex manager e due tecnici ora sospesi. Secondo gli inquirenti "hanno eluso gli obblighi di messa in sicurezza con accorgimenti non idonei"

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Genova. “Quante sono le ribaltine scese? E quanti i Comuni che hanno rotto il c…? Solo Rapallo ha rotto il c… Gliele abbiamo ritirate su e ci siamo inventati il criterio della manutenzione…” a parlare è Michele Donferri Mitelli, ex direttore delle manutenzioni di Autostrade, tra gli indagati per il crollo di ponte Morandi nella maxi inchiesta della procura di Genova. Queste frasi, però, sono state intercettate nell’ambito di un’altra inchiesta dei pm genovesi, nata da quella sul disastro del 14 agosto 2018, e relativa alla manutenzione delle barriere fonoassorbenti sulla rete di Aspi in Italia.

Nell’ambito di questa inchiesta “minore”, se così vogliamo definirla, oggi la guardia di finanza ha notificato gli arresti domiciliari all’ex amministratore delegato di Autostrade per l’Italia Giovanni Castellucci. Insieme a lui, altri cinque ex top manager e attuali dirigenti di Autostrade accusati di “attentato alla sicurezza dei trasporti e frode in pubbliche forniture” e indagati anche nell’inchiesta “madre”, Michele Donferri Mitelli, appunto, e Paolo Berti, ex responsabile delle Operazioni (ai domiciliari). Misure interdittive per un anno invece per Stefano Marigliani, ex direttore del Primo Tronco di Genova da maggio passato ad altra azienda, Paolo Strazzullo, responsabile delle Ristrutturazioni pianificate e Massimo Meliani che teneva i rapporti con i fornitori. Questi ultimi due, ancora dipendenti di Aspi, sono già stati sospesi come riportato da una nota della società.

“Le barriere sono incollate con il Vinavil”, si legge in un’altra delle intercettazioni vagliate dalla procura di Genova. Il riferimento è a una resina senza marchio della comunità europea utilizzata sulle barriere fonoassorbenti presenti su molte tratte non solo in Liguria. Che quelle barriere rischiassero di staccarsi in caso di forte vento era stato confermato dai fatti. Nel novembre 2016 e nel gennaio 2017 sulla A12, in Liguria, ma anche sulla A14.

Aspi in una nota, oggi, ha ricordato che il piano di messa in sicurezza è iniziato a fine 2019 (interventi propedeutici, i lavori veri e propri devono ancora entrare nel vivo) ma prima di allora, secondo la procura di Genova, chi aveva responsabilità su quelle strutture aveva perfetta contezza che fossero pericolose e non solo non ha fatto nulla ma anzi ha eluso gli obblighi di manutenzione. Nell’ordinanza si cita ”la volontà di non procedere a lavori di sostituzione e messa in sicurezza adeguati, eludendo tale obbligo con alcuni accorgimenti temporanei non idonei e non risolutivi”.

Su Castellucci poi, il gip di Genova Paola Faggioni scrive: “era costantemente informato sulle decisioni per la gestione, che ha pienamente avvallato e sostenuto” e lo definisce “personalità spregiudicata e incurante del rispetto delle regole, ispirata a una logica strettamente commerciale e personalistica, anche a scapito della sicurezza collettiva”.

“Stupore e preoccupazione per un provvedimento che non si giustifica in sé e che non si vorrebbe veder finire a condizionare una vicenda, quella del crollo del Ponte Morandi, che con quella odierna non ha nulla a che vedere”, hanno commentato in un comunicato i legali di Castellucci. “E’ opportuno precisare, che si tratta di due vicende completamente distinte. La vicenda riguarda presunti errori progettuali ed esecutivi di alcune barriere fonoassorbenti nella provincia di Genova”, sottolineano. Castellucci è difeso, tra gli altri, dalla ex ministro della Giustizia Severino.

LA REPLICA DI ASPI: “BARRIERE ANTIRUMORE MESSE IN SICUREZZA E SOSTITUITE”

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