Eccellenze

In Liguria vola la produzione di olio d’oliva, ma sul settore pesa la chiusura dei ristoranti

Oggi è la giornata mondiale dell'ulivo proclamata dall'Unesco

olio riviera ligure

Genova. Giornata degli ulivi proclamata dall’Unesco che oggi si festeggia in tutto il mondo ed in particolar modo in Italia, dove da tutelare è un patrimonio di 250 milioni di piante anche monumentali da nord a sud del Paese. In questo anno complicato il settore dell’olivicoltura, che in Liguria rappresenta uno dei cardini dell’economia regionale, non è passato indenne dalla crisi provocata dalla chiusura di ristoranti e agriturismi dove le vendite si sono praticamente dimezzate, ma la grande qualità continua a spingere questa grande eccellenza, conosciuta e apprezzata a livello mondiale.

E’ quanto afferma Coldiretti Liguria, nel sottolineare il ruolo economico, ambientale, culturale e salutistico della produzione dell’olio di oliva, colonna della dieta mediterranea.

Quest’anno l’andamento della produzione d’olio ligure, rispetto al quantitativo 2019, sta registrando un importante incremento (anno di carica), nonostante le rese delle olive in olio siano inferiori, in controtendenza rispetto alla produzione nazionale, che ha subito un crollo del 30% e che quindi dovrebbe attestarsi, a livello nazionale, attorno a 255 milioni di chili, con il rischio di perdere quasi una bottiglia di olio extravergine Made in Italy su tre. A livello nazionale l’andamento della raccolta è importante dal punto economico ed occupazionale per una filiera che conta oltre 400 mila aziende agricole specializzate in Italia ma anche per il più vasto tesoro di biodiversità del mondo.

La Liguria può contare su una tradizione olivicola diffusa e molto antica: i terreni di collina e montagna coltivati a fasce possono contare su ben 9 varietà d’olive autoctone (Taggiasca, Lavagnina, Razzola, Pignola, Colombaia, Rossese, Lantesca, Merlina e Mortina) dalle quali nasce l’inconfondibile olio extravergine di oliva ligure che rientra sotto la denominazione di olio DOP Riviera Ligure, declinato territorialmente nelle sottozone Riviera dei Fiori, Riviera del Ponente Savonese, Riviera di Levante. L’olio DOP Riviera Ligure è l’unico per il quale è certificata la provenienza dalla nostra regione.

Purtroppo a pesare è, anche per questo settore, la chiusura dei ristoranti, che rappresentano un importante mercato di sbocco soprattutto per eccellenze come l’olio DOP Riviera Ligure, anche se, con la svolta salutista degli italiani a tavola spinta dall’emergenza Covid, sono cresciuti, del 9,5% i consumi familiari di extravergine di oliva, a livello nazionale, anche per effetto del maggior tempo trascorso in casa a cucinare. Ad oggi in Italia 9 famiglie su 10 consumano olio extravergine d’oliva tutti i giorni con una crescente attenzione verso il prodotto di qualità che fa ricadere la scelta anche sulle produzioni locali vendute direttamente in azienda dai produttori.

“Purtroppo il difficile anno che stiamo vivendo – affermano il presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il delegato confederale Bruno Rivarossa – pesa anche sulle produzioni DOP, DOC e IGP della nostra regione, coinvolgendo appunto l’olio DOP Riviera Ligure, i nostri vini DOC e il Basilico Genovese DOP,  che trovano nel consumo fuori casa, anche di alto livello, un mercato di vitale importanza, spinto dall’eccellenza e qualità di tali produzioni”. 

 “Per sostenere il lavoro dei nostri produttori, – concludono Boeri e Rivarossa – oltre a garantire per il consumatore tracciabilità e sicurezza alimentare, sono fondamentali, e devono continuare ad essere incentivati, progetti di filiera virtuosi (come il patto di filiera dell’Olio DOP Riviera Ligure), che assicurino la sostenibilità della produzione con impegni pluriennali e il riconoscimento di un prezzo di acquisto “equo”, basato sugli effettivi costi sostenuti. Inoltre  per tutelare ulteriormente chi produce e chi consuma, come Coldiretti stiamo portando avanti, la battaglia a difesa dalla concorrenza estera di una delle nostre olive simbolo, l’oliva taggiasca per la quale è fondamentale vederle riconosciuto il marchio della DOP, in modo da poterla legare indissolubilmente al suo territorio d’origine, evitare quel furto d’identità che troppo spesso accade e avere una garanzia maggiore in materia di trasparenza e tracciabilità anche per l’oliva”.

Per favore, disabilita AdBlock per continuare a leggere.

Genova24 è un quotidiano online gratuito che non riceve finanziamenti pubblici: l’unica fonte di sostegno del nostro lavoro è rappresentata dalle inserzioni pubblicitarie, che ci permettono di esistere e di coprire i costi di gestione e del personale.
Per visualizzare i nostri contenuti, scritti e prodotti da giornalisti a tempo pieno, non chiediamo e non chiederemo mai un pagamento: in cambio, però, vi preghiamo di accettare la presenza dei banner, per consentire a Genova24 di restare un giornale gratuito.