Butteghetta magica

Il negozietto dei presepi alza bandiera bianca: “Pronti a passare il testimone ma solo a chi sarà all’altezza”

Il Covid non c'entra, i motivi della titolare Daniela Tinello sono tutti personali. "Siamo disposti a restituire la licenza al Comune ma vogliamo che vada in mano a qualcuno che abbia a cuore quest'attività"

Generica

Genova. Rotoli di carta blu scuro puntati di stelle e rotoli di carta verdone, come il colore del muschio, mattarelli di legno e mortai in marmo, colini di metallo e stracci in cotone, e poi, naturalmente, mille figure di pastori e pastorelle, fornai e pescatori, galline e vacche in miniatura, immobili o semoventi, quei personaggi che animano i presepi e che rendono questo negozio tra via Della Maddalena e vico Del Ferro un qualcosa di unico, un pianeta a parte, un viaggio nel tempo.

La titolare della Butteghetta Magica, Daniela Tinello, sta servendo una cliente mentre il marito, davanti alle vetrine, mangia una slerfa di focaccia e chiacchiera – rigorosamente a distanza di sicurezza – con un altro signore. Il tema è quello sulla bocca di tutti, nel quartiere, da qualche giorno, da quando Daniela ha rivelato allo scrittore e giornalista Maurizio Maggiani che il negozio, che esiste dal 1830, chiuderà presto i battenti.

“Non ce la faccio più” dice Daniela, e gli occhi le si fanno lucidi ancora prima che possa finire la frase. Il covid non c’entra alcunché. La crisi neppure, l’attività va alla grande. C’entra un problema di salute tutto personale, affrontato sì con più difficoltà a causa degli ospedali a mezzo servizio a causa della pandemia. “A me dispiace così tanto, in questi giorni sono venuti in tanti a chiederci se fosse vero – continua – purtroppo è così, l’anno prossimo chiuderemo”.

Mentre racconta delle ultime fiere del settore, circondata da piccolissimi cestini di vimini, casette in miniatura, comete e angioletti di terracotta e cartapesta, sfoglia sul bancone i documenti del negozio. E’ una pergamena ingiallita e con i caratteri, mezzi storti, battuti a macchina. “Sembra un documento di altri tempi, vero? E’ la nostra licenza, è antichissima, siamo pronti a consegnarla al Comune ma chiediamo di essere aiutati a trovare qualcuno, magari una persona giovane, da affiancare per tramandargli la passione per questa attività”.

Perché la speranza è questa: che ci sia qualcuno, fra le nuove generazioni, che abbia a cuore questo mondo così lontano eppure ancora così frequentato. “La tradizione del presepe c’è ed è forte”, racconta il marito di Daniela mentre addenta un altro pezzo di focaccia e gioca con i cagnolini di un altro cliente. E lui il “mago” delle installazioni meccanizzate, dei piccoli ambienti che vivono nella vetrina e poi dentro le case dei genovesi. “Certo – e gli occhi diventano lucidi anche a lui – ogni Natale andavo da mia nipote e le montavo una figura nuova, quest’anno non ci lasciano fare neanche quello“.

“Abbiamo incontrato un paio di persone e ci sono sembrate motivate – continua la titolare – speriamo che ci sia davvero la volontà di dare un futuro alla Butteghetta, non vogliamo che questo angolo vada in mano a chiunque”. Non lo vuole nessuno. La speranza è che il Natale 2020, il più surreale da quando abbiamo memoria, non sia l’ultimo, per la Butteghetta Magica.

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