Genova. Con il dpcm contenente le normative anti-contagio, che entra in vigore questo venerdì 5 novembre, anche il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti ha firmato un’ordinanza che recepisce le nuove normative. “Le misure principali riguardano l’affollamento del trasporto pubblico locale che scende a questo punto dal 60% al 50%” ha ricordato Toti durante il punto stampa di questa sera in sala trasparenza.
La nuova ordinanza firmata dal governatore Toti elimina inoltre il divieto di organizzare manifestazioni pubbliche, previsto dalle ordinanze in vigore nelle ultime settimane e che avevano creato una sorta di ‘anomalia Liguria’ visto che in tutte le altre Regioni i governatori si erano limitati a recepire i Dpcm del presidente Conte che consentono i presidi organizzati con il rispetto del distanziamento (vietando invece i cortei).
La Questura di Genova in queste settimane era stata di fatto obbligata dal provvedimento a denunciare diversi organizzatori, così come alcuni sindacati (ultimi in ordine di tempo i rappresentanti dei metalmeccanici genovesi in occasione dello sciopero odi stamattina) avevano dovuto rinunciare ai presidi per evitare di ricorrere in sanzioni amministrative o penali. Con la nuova ordinanza, “in ragione delle ulteriori misure previste dal Dpcm – recita il testo – ed in relazione alla necessità di adottare misure omogenee su tutto il territorio nazionale” la Regione Liguria ritiene “di non confermare il divieto di manifestazioni pubbliche sull’intero territorio regionale”.
Da domani quindi legittimi i presidi di protesta purché in forma statica e con rispetto delle distanze e dell’utilizzo dei Dpi anche se il governatore Toti i conferenza stampa invita alla prudenza: “Il divieto di manifestazioni è tolto, ma più prudenti siamo meglio è. – sottolinea – Ci allineiamo a quanto previsto dall’ultimo Dpcm sul covid”.
Oltre alle ordinanze regionali e al dpcm ancora differente il caso di Genova dove il sindaco Marco Bucci ha annunciato di volere mantenere in vigore le limitazioni alla mobilità dalle 21 alle 6, anziché dalle 22 alle 5 come prevede il dpcm.