Genova. Decine di migliaia di prestazioni saltate, interventi rinviati, disagi negli ospedali. È questo, secondo gli organizzatori, il bilancio dello sciopero degli infermieri e del personale sanitario indetto per oggi dal sindacato Nursing Up che in totale conta circa mille iscritti in Liguria. L’astensione di 24 ore è partita alle 7 di questa mattina e terminerà all’alba di martedì.
“I dati sono ancora incompleti ma l’adesione è massiccia – afferma il segretario regionale Enrico Boccone -. Parliamo di decine di migliaia di prestazioni infermieristiche saltate. Al San Martino sono saltati tutti gli interventi chirurgici programmati e le sale operatorie sono attive solo per le urgenze. Disservizi nei vari ambulatori e molte visite saltate. Lo stesso sta accadendo all’ospedale Galliera e nell’Asl 2 Savonese”. Almeno la metà degli aderenti, secondo il sindacato, è stata precettata per garantire i servizi minimi.
All’origine della protesta le mancate risposte del governo alle richieste degli infermieri che reclamano più assunzioni, più coinvolgimento nelle decisioni sull’organizzazione degli ospedali, l’istituzione della figura dell‘infermiere di famiglia che permetterebbe una vera assistenza domiciliare. Anche il governatore ligure Giovanni Toti era finito nel mirino del Nursing Up per avere proposto l’assunzione di personale non ancora specializzato.
“Bene inteso che non ci tiriamo indietro, continueremo a combattere a rischio della vita, ma questa seconda ondata di emergenza andava gestita in modo diverso – attacca il presidente nazionale Antonio De Palma -. Siamo di nuovo alla situazione di marzo. L’unica vera forza in gioco siamo noi, gli infermieri italiani. Seppur consapevoli che in un momento così difficile è una pesante mancanza per la sanità pubblica, siamo arrivati al limite. Ma da domani, i cittadini lo sanno, riprenderemo la nostra battaglia contro la morte”.
In alcune città gli infermieri hanno organizzato picchetti di protesta pacifica e mini raduni per manifestare agli occhi dei pazienti il loro stato d’animo. È successo per esempio al Sant’Anna di Como e al Moscati di Avellino. Nessuna manifestazione a Genova, dove è in vigore il divieto di manifestazione imposto dalla Regione. “Abbiamo comunque scelto di non creare assembramenti – aveva spiegato nei giorni scorsi Boccone – anche per evitare che fossero strumentalizzati”.