Genova. Come raccontare la scuola che non c’è? Che non ha voce né spazi? La scuola della Dad al 100% alle superiori e all’università, quella delle classi in quarantena con tamponi a singhiozzo, quella che i ragazzi devono fare in casa davanti a uno schermo, lontani dai loro compagni e dagli insegnanti.
Il coordinamento E’già settembre, insieme ai collettivi Priorità alla Scuola e Le nostre vite valgono, ha deciso di raccontare questa scuola fantasma con un allestimento d’effetto. Banchi di scuola e sedie vuote posizionati ordinatamente in piazza De Ferrari, come in una classe però tristemente vuota.
Al posto degli studenti tanti cartelli che hanno suscitato l’interesse dei passanti “Non posso andare a scuola perché non hanno investito sulla sanità territoriale” si legge su un cartello colorato, oppure “Nelle fabbriche tamponi a tappeto, nelle scuole tamponi a singhiozzo”.
“Abbiamo fatto questo allestimento per sottolineare come in questo momento di pandemia sia la scuola a pagare le inadempienze in altri settori – spiega Ariela Iacometti – dalla sanità ai trasporti ma anche ai mancati investimenti sulla scuola stessa. Chiediamo che le superiori tornino in presenza e così anche le università perché senza la scuola non si va da nessuna parte. La scuola deve riaprire in presenza e per questo servono investimenti nel welfare”.
In parallelo con l’allestimento di piazza De Ferrari, alcune mamme del collettivo Priorità alla scuola hanno protestato al parco dell’Acquasola con alcuni cartelli.
“Siamo qui per tenere alto un messaggio – spiegano – la scuola deve rimanere aperta e devono riaprire le medie e le superiori. La scuola deve e può essere sicura perché è un diritto a cui non possiamo rinunciare”.