Genova. “Constatato il pressoché azzeramento delle vendite a fronte del mantenimento dei costi fissi, dalla fine della prossima settimana non saranno più in grado di garantire l’apertura degli impianti. Con continuità e regolarità». Questo il contenuto di una lettera inviata al presidente del consiglio da Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio, lanciando il grido d’allarme sulla situazione economica dei distributori di benzina delle autostrade italiane.
La richiesta, in extremis, è quella di estendere il Decreto Ristori anche alla categoria: “S non c’è mobilità, non ci sono erogati e non c’è fatturato. E i gestori non possono rimanere con gli impianti aperti a solo presidio del territorio». Presidio che si rivela fondamentale in situazione d’emergenza, ma che in questi ultimi mesi è stato messo a dura prova.
“La distribuzione dei carburanti ha subìto in questo 2020 un vero e proprio tracollo che porta a registrare perdite di erogato (e fatturato) superiore al 40% sulla viabilità ordinaria e di circa il 70% su quella autostradale – spiegano i gestori – non si sono concretizzati gli interventi ripetutamente annunciati quali il ‘trasferimento’ alle gestioni della riduzione delle royalties da parte dei concessionari autostradali agli affidatari e che la categoria è ancora in attesa dell’emanazione – da parte del Mis e- dei decreti attuativi sui “contributi figurativi”, destinati al parziale ristoro dei gestori che, in autostrada, sono stati costretti ad essere aperti comunque, in ossequio al pubblico servizio essenziale”.
Per questo motivo dal 27 novembre inizieranno le prime chiusure, inizialmente notturne, che si estenderanno anche nella fascia giornaliera dal 30 di novembre.