Alta tensione

ArcelorMittal, esplode la rabbia degli operai: 500 in piazza contro serrata e licenziamenti fotogallery

Dopo il corteo incontro nel palazzo della prefettura. L'azienda accetta di reintegrare l'operaio licenziato e le lettere di sospensione

Sciopero e corteo ArcelorMittal 11 novembre 2020

Aggiornamento ore 16e00. Uno dei tre lavoratori licenziati sarà reintegrato nel personale e sono state ritirate le lettere di sospensione ai 250 lavoratori individuati dalla azienda a seguito delle proteste. Questo il risultato del confronto con la prefetta e i vertici di Arcelor Mittal. Grazie a questo risultato saranno interrotti sia lo sciopero che i blocchi ai varchi dell’azienda.

Aggiornamento ore 14e30. Massimo Pagliaro, il direttore dello stabilimento di Cornigliano, è arrivato al palazzo della Prefettura, su convocazione della prefetto Carmen Perrotta. E’ entrato da un altro ingresso rispetto a quello dove si trovavano ancora a presidio alcuni lavoratori che, comunque, hanno intonato un coro piuttosto colorito nei suoi confronti. In prefettura anche la delegazione della Fiom fatta salire alla fine del corteo. In ballo la questione dei licenziamenti e delle sospensioni dal lavoro. In queste ore sono centinaia gli operai ex Ilva che si sono visti rigettare i badge all’ingresso in fabbrica.

Aggiornamento ore 14e20. La prefetta di Genova Carmen Perrotta, dopo l’incontro con i lavoratori Arcelormittal al termine della manifestazione, ha convocato in prefettura il direttore dello stabilimento di Genova Massimo Pagliaro che è atteso quindi a breve. Intanto i sindacati nazionali ex Ilva sono stati convocati – per la situazione del gruppo a livello nazionale – in video conferenza per venerdì pomeriggio alle 15.30 dai ministri dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, del Lavoro Nunzia Catalfo e dell’Economia Roberto Gualtieri sulla vicenda ex Ilva. All’incontro dovrebbe partecipare anche Invitalia.

Aggiornamento ore 12e30. Prosegue l’incontro in prefettura tra la delegazione sindacale dei lavoratori di ArcelorMittal. La Fiom sta cercando di ottenere dalla prefetto Carmen Perrotta una convocazione dell’azienda ma la trattativa è in corso.

Aggiornamento 10e50. Il corteo dei lavoratori ArcelorMittal è arrivato in piazza Corvetto e alla prefettura di Genova. L’ingresso di palazzo Spinola è presidiato dalle forze dell’ordine con caschi e scudi. Qualche momento di tensione con alcuni lavoratori che hanno provato a forzare il blocco. “Toglietevi il casco” hanno chiesto i manifestanti agli agenti di polizia. Questi ultimi lo hanno fatto, come gesto distensivo, tra gli applausi degli operai. Il prefetto Carmen Perrotta riceverà subito una delegazione degli operai. Il traffico è rimasto bloccato fino alle 11e15 circa nella zona di via Roma e Corvetto.

Aggiornamento ore 10e45. E’ arrivato nella galleria tra Fontane Marone e piazza Corvetto il corteo dei lavoratori ArcelorMittal contro licenziamenti, serrata dell’azienda e contro le 250 lettere di sospensione dal lavoro e – come da tradizione in queste manifestazioni – sono stati lanciati petardi e fumogeni. Piazza Corvetto chiusa al traffico con conseguenti disagi per la viabilità.

Aggiornamento ore 10e15. “Siamo tutti Gigi Guadagno”, questo lo slogan urlato dai lavoratori Arcelor Mittal quando il corteo è ormai arrivato in via Gramsci. Gigi Guadagno è uno dei tre operai licenziati in tronco nei giorni scorsi dall’azienda per la vicenda dell’insulto su whatsapp a un dirigente Mittal. Nei giorni scorsi gli operai hanno lanciato una colletta di solidarietà per sostenere economicamente il collega.

Sciopero e corteo ArcelorMittal 11 novembre 2020

Aggiornamento ore 10. Il corteo, oltre 500 persone, è arrivato all’altezza della stazione marittima, La Fiom in prefettura chiederà un incontro urgente – la prefetto Carmen Perrotta è tornata in città ieri sera e sarà presente – e chiederà anche la convocazione del governo per dirimere la vicenda della serrata da parte dell’azienda, reazione ai blocchi attuati dagli operai nei giorni scorsi. La Fiom è disposta anche a un incontro in videochiamata, visti i tempi, ma che sia rapido. Al momento la viabilità è quindi bloccata tra via Buozzi e il centro per chi utilizza questa direttrice.

Aggiornamento ore 9e50. Ai lavoratori ArcelorMittal va anche la solidarietà del Calp, collettivo autonomo dei lavoratori portuali. Si sono fatti trovare con fumogeni e petardi in cima al Muraglione a fianco del Matitone, in via Cantore.

Aggiornamento ore 9e30. La protesta degli operai di ArcelorMittal ha superato lo svincolo di Genova Ovest. Era da tempo che non si vedevano in piazza i lavoratori ex Ilva e casualmente la circostanza si verifica nel primo giorno in cui Genova e Liguria si trovano in “fascia arancione” per l’emergenza pandemica. Il corteo – tutti con mascherina e più o meno distanziati – si snoda in strade più vuote del solito, con bar e altri locali a mezzo servizio. Intanto i manifestanti intonano un coro indirizzato al direttore dello stabilimento, “citando” il messaggio whatsapp incriminato che, inviato su una chat privata è però arrivato ai vertici della Mittal, provocando uno dei tre licenziamenti in tronco di questi giorni.

Sciopero e corteo ArcelorMittal 11 novembre 2020

Aggiornamento ore 9e15. Il corteo con oltre 500 lavoratori ex Ilva e di altre aziende hanno raggiunto la fine di via Cantore e sta occupando entrambe le carreggiate. Intanto Franco Grondona, memoria storica della Fiom, ricorda che: “Una serrata del genere da parte di un’azienda non si è mai vista nella storia di Genova, nel 1952 la San Giorgio aveva abbandonato la fabbrica ma una situazione del genere, peraltro con questi presupposti è un inedito assoluto”.

Aggiornamento ore 9e10. All’inizio di via Cantore alcuni operai hanno mostrato ai presenti le lettere di sospensione dal lavoro inviate da ArcelorMittal: “Con la presente comunichiamo che stante l’illegittimo blocco dei varchi … non potendosi proseguire l’attività produttiva nelle condizioni di economicità e sicurezza non siamo nella condizione di proseguire la sua attività lavorativa”. Questo significa – spiegano gli operai – “arrivare alla fabbrica per timbrare il cartellino e trovarsi invece questa comunicazione, dover restare a casa in messa in libertà a casa, senza stipendio, fino a nuova comunicazione”.

Aggiornamento ore 9. Sono oltre 500 le persone in piazza, operai ArcelorMittal ma anche metalmeccanici di altre aziende, come Ansaldo, Fincantieri, Leonardo, e poi i portuali della Culmv, in segno di solidarietà. Petardi e fumogeni all’altezza di piazza Montano. Traffico in tilt tra ponente, Valpolcevera e centro. Il percorso del corteo si muoverà attraverso via Cantore, via Milano, l’Annunziata per poi attraversare i tunnel di Fontane Marose e Corvetto e arrivare davanti alla prefettura.

Sciopero e corteo ArcelorMittal 11 novembre 2020

Aggiornamento 8e50. “Se non cambierà lotta dura sarà”, “Senza lavoro c’è l’agitazione”, “Mittal Va..o “, sono alcuni degli slogan urlati al megafono dagli operai ex Ilva diretti in corteo verso il centro di Genova. Traffico bloccato sulla direttrice Cornigliano Sampierdarena. Intanto Igor Magni, segretario Cgil Genova, definisce la vicenda un “pretesto per Mittal per dichiarare esuberi, abbiamo perso tempo nell’attesa di un incontro con il governo, questa serrata è inaccettabile e non possono farla nel nostro paese, chiediamo quindi un passo indietro sui licenziamenti e il blocco della serrata, i lavoratori sono esasperati”.

Aggiornamento 8e40. Parla Bruno Manganaro, segretario genovese della Fiom, in prima linea nella protesta: “Sono stati licenziati ingiustamente tre lavoratori, con pene sproporzionate, un atto che consideriamo provocatorio così come le 250 lettere di messa a disposizione per i lavoratori – dice – si tratta di una serrata, una cosa che non si vedeva da decenni e il governo è responsabile, è proprietario delle aree e degli stabilimenti e noi chiediamo un incontro contro questo gruppo dirigente che sta smantellando l’azienda, il governo li deve fermare”.

Aggiornamento 8e30. Il corteo dei lavoratori ArcelorMittal, aperto dagli operai della Fiom con le classiche felpe del sindacato, è partito da piazza Massena a Cornigliano e si sta dirigendo verso il centro, diretto al palazzo della Prefettura. All’altezza di ponte Pieragostini, tra i primi fumogeni e gli slogan contro l’azienda, si sono uniti anche i metalmeccanici di Ansaldo. Manifestanti tutti con mascherine.

sciopero arcelormittal

Genova. I lavoratori si sono dati appuntamento alle 7 davanti alla portineria, per partire alle 8 dalla fabbrica e concentrarsi alle 8.30 in piazza Massena.  Tensione altissima nello stabilimento ArcelorMittal di Cornigliano. Oggi i lavoratori rispondono con sciopero e corteo fin sotto alla Prefettura alla linea dura dell’azienda che ieri in una nota ha annunciato lo stop alla produzione nello stabilimento di Genova, inviando contemporaneamente ai dipendenti lettere di sospensione dal lavoro e dalla retribuzione. Sono già 250 le missive ricevute.

La protesta per il licenziamento di tre operai ieri si è tradotta in un blocco al varco merci deciso ieri dalla Fiom, una decisione sostenuta dalla maggioranza dei lavoratori in assemblea.

Due degli operai licenziati in tronco sono accusati dall’azienda di aver attrezzato una sala-refettorio in uno stanzino accanto all’officina di pronto intervento e un terzo per un messaggio vocale inviato su un gruppo WhatsApp dove apostrofava in modo denigratorio il direttore dello stabilimento.

Una sanzione “spropositata” l’hanno definita ieri tutti i sindacati, ma mentre Fim e Uilm hanno deciso di affidare la questione unicamente al giudice del lavoro a cui gli operai hanno fatto ricorso, la Fiom ha optato anche per il blocco del varco a oltranza fino a ottenere il reintegro.

Nelle lettere di sospensione dal lavoro che stanno arrivando in queste ore agli operai genovesi – già 250 -, ArcelorMittal giustifica lo stop immediato a lavoro e stipendio con “l’illegittimo blocco fisico dei varchi di ingresso dello stabilimento che impediscono l’attività di trasporto e consegna dei beni prodotti, il ricevimento dei beni necessari alla produzione e l’approvvigionamento dei beni indispensabili a garantire la sicurezza dei lavoratori e l’ambiente”. Una sospensione che “non rispetta nemmeno la procedura e la tempistica previste per la trattativa sulla cassa integrazione” ricorda il coordinatore rsu della Fiom Armando Palombo.

“Vogliono fermare tutto con una serrata e ci trattano come delinquenti – commenta il segretario genovese della Fiom Bruno Manganaro – ma noi non ci stiamo. Questa è la fabbrica di Guido Rossa a cui non hanno fatto paura le Brigate rosse, figuriamoci se abbiamo paura della signora Morselli”. “A gennaio – ricorda Manganaro – quando venne a Genova e nominò Guido Rossa dicendo che in fondo operai e azienda stanno dalla stessa parte, venne fischiata dai lavoratori, che avevano già capito da che parte stava Mittal. Guido Rossa di fronte a questa azienda si sta rivoltando nella tomba”.

Per la Fiom in ballo non ci sono solo i licenziamenti di ieri ma anche il “comportamento di un’azienda che non investe un centesimo negli impianti e che mentre tratta in segreto con il governo e diffonde rumor che parlano di 300 esuberi a Genova attraverso esternalizzazioni”.

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